Covid: il vaccino Pfizer prodotto in viale Stucchi a Monza

Via libera dall’Ema per lo stabilimento Thermo Fisher-Patheon. Scaccabarozzi e Mandelli: "Industria farmaceutica italiana protagonista"

Lo stabilimento Thermo Fisher-Patheon di viale Stucchi diventa fondamentale

Lo stabilimento Thermo Fisher-Patheon di viale Stucchi diventa fondamentale

Monza - Ora è arrivato anche il via libera formale dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco: lo stabilimento Thermo Fisher-Patheon di viale Stucchi a Monza produrrà il vaccino Pfizer, insieme all’altro sito autorizzato, il polo gestito da Catalent ad Anagni, nel Frusinate. "Entrambi produrranno il prodotto finito - informa l’Ema - fino a 85 milioni di dosi aggiuntive per rifornire l’Ue nel 2021". In realtà in viale Stucchi la produzione è già partita – in base all’autorizzazione dell’Agenzia italiana del farmaco – il 1° luglio scorso: la Linea Sterile 1 è stata dedicata al riempimento sterile e alla preparazione del prodotto finito a un ritmo di quasi 140mila flaconi al giorno. Pfizer, infatti, fa arrivare dal Belgio il prodotto semilavorato che poi viene ‘sviluppato’ e successivamente infialato e confezionato, per poi tornare in Belgio da dove viene distribuito ai vari Stati in base agli accordi con l’Unione europea.

Un’operazione che , per ogni carico, deve avvenire in 142 ore. "Avevamo sempre detto che l’Italia fa parte del percorso di produzione dei vaccini anti-Covid. Molti non lo sanno, ma ci sono nostre eccellenze che si occupano del controllo di qualità dei vaccini, altre che fanno parte della produzione sia dei vaccini a mRna sia di quelli con adenovirus – l’orgoglio di Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria –. Questa arrivata da Ema è una bella notizia che si aggiunge e dimostra che possiamo essere protagonisti e che abbiamo la forza come industria farmaceutica". "Il fatto che il nostro Paese possa dare un contributo è importante – sottolinea Scaccabarozzi –. Quello sui vaccini anti-Covid è un grande sforzo che l’industria sta facendo e molti nei mesi passati non ci credevano, oggi invece abbiamo 85 milioni di dosi da somministrare".

Soddisfazione anche da parte di Andrea Mandelli, deputato monzese e responsabile Sanità di Forza Italia oltre che presidente dei Farmacisti italiani: "L’autorizzazione dell’Ema è un importante riconoscimento alla capacità produttiva della Lombardia, e della Brianza in particolare. Siamo fieri che Monza possa contribuire in modo così importante alla realizzazione dell’unico rimedio per contrastare questa terribile pandemia: il vaccino". E lo fa, sempre nello stabilimento della Thermo Fisher, anche con la produzione di un secondo vaccino. Da poco meno di un mese, infatti, i vertici del colosso mondiale della farmaceutica hanno dedicato la Linea Sterile 2 per la produzione finale di Moderna, anche se a ritmi e con numeri di molto inferiori rispetto a quanto previsto per Pfizer. Un impegno senza precedenti, con Thermo Fisher che non soltanto ha investito 20 milioni di euro per adeguare l’impianto monzese, ma ha anche predisposto un piano di riorganizzazione del lavoro che prevede l’attivazione di un ‘ciclo continuo’ nella produzione e l’assunzione a tempo indeterminato di 180 persone, tra operai di produzione, analisti e ingegneri, scelti tra chi negli ultimi tempi ha avuto con Thermo Fisher un contratto a termine o di somministrazione.