Un cuore monzese per l’acceleratore del Cern di Ginevra

Le catene portacavi della Stendalto Brevetti nell’impianto che osservò il bosone di Higgs

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di Cristina Bertolini

Nell’acceleratore di particelle realizzato dal Cern di Ginevra (che ha consentito ne 2012 di ‘osservare’ il bosone di Higgs) c’è anche un po’ di tecnologia brianzola. Le catene portacavi in nylon e acciaio che consentono il movimento dei principali componenti del Cms (Compact muon solenoid), sono realizzate a Monza dalla Stendalto Brevetti SpA che si è aggiudicata, per la seconda volta, il “Cms Industry Award“, il premio del prestigioso ente di ricerca elvetico. L’azienda monzese diretta da Guido e Laura Mauri è leader mondiale nella produzione delle catene che contengono i cavi delle macchine utensili di piccole e grandi aziende, fino al Cern.

Il Comitato direttivo del premio ha consegnato il riconoscimento al Consigliere Delegato di Stendalto Brevetti, Laura Mauri, sottolineando la capacità di Stendalto Brevetti SpA di adattarsi creativamente alle continue mutazioni progettuali ottenendo straordinari risultati.

"Non sono molte le aziende che hanno ottenuto per ben due volte questo prestigioso riconoscimento – ha commentato Laura Mauri – che è soprattutto un apprezzamento per la nostra capacità di contribuire a una progettazione in divenire, dando costruttive risposte alle complesse richieste di un cliente tanto qualificato quanto atipico".

E’ una storia tutta brianzola quella di Stendalto Brevetti, fondata da papà Giovanni Mauri nel 1976, oggi presidente della società. "Negli anni ‘60 – racconta il figlio Guido Mauri Ad della società – papà era disegnatore meccanico di un’azienda monzese, quando ancora i portacavi erano solo in acciaio. Lui ebbe l’idea di costruirli in materiale plastico, leggero, innovativo ed economico. Dal 1968 al 1976 è rimasto in azienda, poi ha deciso di fare il grande salto con un’attività propria".

Da un esordio con padrone e due operai in un piccolo laboratorio in piazza Podgora a Monza, oggi Stendalto Brevetti SpA, nella sede di via Stucchi, conta 132 dipendenti (un ufficio tecnico con 20 esperti, di cui molti ingegneri) e nel 2021 ha fatturato circa 23 milioni di euro, di cui più della metà all’estero, nel settore dei portacavi in nylon, acciaio, catene per robotica, cavi flessibili, guaine e raccordi. Il patrimonio netto è di circa 11 milioni di euro. L’azienda ha filiali in Germania, Francia, Norvegia, Usa e Cina e un network di collaboratori tecnico-commerciali globale.

Il periodo non è dei migliori anche per loro. "Per fortuna non siamo consumatori di gas – dice Guido Mauri – ma siamo “energivori“. Da anni abbiamo aderito al Gruppo acquisti di Confindustria, ma i costi dell’energia elettrica sono aumentati del 100%. Il mercato sta tenendo e per ora assorbe l’aumento di listino, ma lo scenario è preoccupante. Noi lavoriamo su tre turni, anche quello notturno, ma lerisorse sono limitate di fronte a un fenomeno di portata epocale".