
Un appalto “indiscreto“. Le telecamere pubbliche sulla casa del vice sindaco
La Procura di Monza indaga su una manciata di telecamere del sistema di videosorveglianza acquistate e fatte installare dal Comune davanti alle scuole, ma un paio anche nei pressi del condominio dove abita l’ex vicesindaco. Mentre dall’Enel arriva in municipio la contestazione di averle allacciate abusivamente ai pali della luce. È bufera negli uffici dell’Amministrazione in largo Vela dopo che la Guardia di Finanza si è presentata per acquisire le determine di spesa riguardanti la procedura messa in atto nel luglio del 2022. Il pm monzese Alessandro Pepè ha aperto un fascicolo penale per accertare eventuali irregolarità nell’acquisto e nell’installazione delle telecamere davanti alla scuola elementare e alla scuola media in via Monginevro, ma anche in via D’Immè e Monte Cervino, in corrispondenza dell’abitazione di Giuseppe Tozzi.
Vicesindaco, assessore alla partita e coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, Tozzi lo scorso maggio è stato allontanato dal suo incarico istituzionale dal sindaco di Arcore Maurizio Bono lasciando una scia di polemiche politiche e amministrative. Quello che le Fiamme gialle devono accertare è se sia stato portato avanti un iter poco trasparente o sospetto da parte del Comune per favorire, nell’acquisto delle telecamere, l’azienda dove lavora il figlio dell’allora vicesindaco. La procedura era avvenuta senza indire una gara d’appalto pubblica bensì in assegnazione diretta, che sarebbe stata giustificata dalla necessità di abbreviare i tempi per riuscire ad ottenere dallo Stato i finanziamenti previsti dal bando “Scuole sicure“ nell’ottica di prevenzione e contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti. In poche settimane, quindi, l’amministrazione comunale si ritrovò a dover richiedere preventivi di spesa ad alcune aziende del settore e poi l’incarico venne affidato alla ditta dove lavora il figlio di Pino Tozzi. Ma non è finita qui. Enel ha poi inviato in municipio una raccomandata dove vengono contestati allacciamenti abusivi alla rete elettrica per alimentare le nuove telecamere, installate su alcuni pali della luce già esistenti e per cui il Comune paga a Enel una cifra forfettaria. Sono scattati gli esposti del sindaco alla Procura di Monza e anche un’indagine interna agli uffici comunali per capire chi abbia autorizzato la procedura sospetta. "È stato il sindaco a dire che bisognava coprire con la videosorveglianza anche le periferie e le telecamere vicino a casa mia sono di fronte a un piazzale e a una zona isolata che la sera sono malfrequentati – si difende l’ex vicesindaco Pino Tozzi –. La prima telecamera punta su via Monte Cervino, verso un parcheggio dove la sera ci sono furti e che si anima di personaggi sospetti che fanno scambi di merci. La seconda telecamera guarda verso via D’Immè fino in fondo perché la sera le coppiette si appartano abbandonando ogni tipo di rifiuto e lì ci sono i parchetti dove di giorno giocano i bambini".
Secondo Tozzi "c’era anche il sindaco all’incontro sulla questione che c’è stato insieme al comandante della polizia locale". L’ex vicesindaco ha ammesso anche che l’azienda da cui il Comune ha acquistato le telecamere è quella dove lavora il figlio, "ma lui lavora all’ufficio acquisti e non ne sapeva niente". "Abbiamo chiesto diversi preventivi, ma loro ci hanno fatto un prezzo molto più basso", ha spiegato Tozzi. Che sulla vicenda dell’allacciamento abusivo sostiene: "È stato fatto ai nostri pali della luce per provare le telecamere, Enel ne era al corrente e ha fatto un richiamo al Comune per permetterci di fare richiesta dei contatori a parte visto che per l’energia elettrica il Comune paga un forfait".
S.T.