
E' intervenuta la polizia
Monza, 7 luglio 1017 - Un altro processo per tentata violenza sessuale per i primi due giovani del branco arrestati per avere rapito, minacciato ed abusato di una prostituta romena di 22 anni. Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Silvia Pansini ha rinviato a giudizio il 26enne senegalese e il 25enne ecuadoriano, entrambi residenti ad Agrate Brianza, già condannati a 9 anni di reclusione con il rito abbreviato per la violenza sessuale di gruppo ai danni della giovane ‘lucciola’ (per cui recentemente la polizia di Stato ha arrestato gli altri due componenti del branco, un 25enne marocchino e un 28enne italiano residente a Concorezzo, nella cui abitazione nelle case popolari si sono consumate le brutali sevizie). Il nuovo episodio di violenza sessuale contestato al senegalese e all’ecuadoriano è successivo a quello della prostituta. A denunciarli questa volta una ventenne di origine polacca, che si è costituita parte civile al processo fissato per il 19 settembre.
La ragazza, amica della sorella dell’ecuadoriano, ha raccontato di avere trascorso la giornata con l’amica e alla sera era andata con lei a casa sua, dove si sarebbe intrattenuta ad una festa tra le mura domestiche. Lì sarebbe stata molestata dai due giovani, ma si sarebbe opposta agli approcci mettendosi a piangere. Dal canto loro, il senegalese e l’ecuadoriano, ancora in carcere dal marzo del 2016 - quando furono arrestati per sequestro di persona, violenza sessuale aggravata dal fatto di averla commessa in gruppo e con la minaccia di un coltello e rapina - sostengono che alla festa casalinga, a cui partecipavano anche altri amici, erano tutti ubriachi perché avevano aperto quattro bottiglie di vodka e che le avances sarebbero partite dopo che anche la giovane aveva bevuto e si stava divertendo ballando, ma alla reazione di pianto della ventenne loro si sarebbero fermati, non proseguendo con l’approccio sessuale. La vittima aveva raccontato quanto successo alla madre ed erano andate a presentare la denuncia. Un’altra tegola giudiziaria non di poco conto per i due amici, entrambi nati in Italia da famiglie perfettamente integrate, che già stavano attendendo il processo di appello per il grave episodio del novembre del 2015 quando hanno prelevato di peso, sulla strada a Concorezzo dove si prostituiva, una 22enne, picchiata e minacciata con un coltello puntato alla gola, costretta a salire su un’auto, incappucciata, rapinata del telefonino e del denaro, portata in un appartamento, spogliata e violentata a turno, prima di riportarla a Concorezzo ed abbandonarla nuovamente per strada.
Gli imputati sono stati condannati dal giudice anche al risarcimento dei danni di 20mila euro ciascuno alla ragazza romena, che si è costituita parte civile al processo e che ha continuato a fornire elementi agli uomini del Commissariato di polizia di Stato di Monza per identificare anche gli altri due responsabili della violenza di gruppo: il 25enne marocchino è stato incastrato dal dna isolato sulle sue ‘cicche’ di sigaretta, il 28enne italiano dal suo cane di piccola taglia presente nell’appartamento. Il 18 luglio tutti e quattro sono chiamati in Tribunale per l’incidente probatorio.