Star, licenziati per la mascherina. Ma i sindacati non ci stanno: è una scusa

Presidio Flai-Cgil davanti al Comune contro l’azienda. "Così allontanano dipendenti scomodi"

La segretaria del sindacato Federica Cattaneo ha parlato di "provvedimenti fuori misura"

La segretaria del sindacato Federica Cattaneo ha parlato di "provvedimenti fuori misura"

Agrate (Monza e Brianza) - "No ai licenziamenti mirati". La Flai-Cgil protesta contro la Star davanti al Comune e incassa l’appoggio delle istituzioni. Il sindaco Simone Sironi e due parlamentari, il deputato Massimiliano Capitanio (Lega) e il senatore Roberto Rampi (Pd), hanno espresso solidarietà ai lavoratori messi alla porta per le mascherine abbassate. "Una scusa per allontanare dipendenti scomodi", secondo il sindacato che punta l’indice "sul clima che si respira nei reparti". La segretaria Federica Cattaneo parla del "corto circuito fra relazioni industriali che all’apparenza proseguono nel solco di sempre – gli incontri con l’azienda sono a cadenza regolare – e provvedimenti fuori misura".

Ieri, per uno dei due estromessi c’è stata la prima udienza in tribunale, ma è stato tutto rinviato al 7 luglio; per il secondo allontanato a inizio maggio invece gli avvocati stanno preparando l’impugnazione. Per tutti gli altri 166 vale "la necessità di un confronto su ritmi di lavoro eccessivi e assunzioni". Il reborn, così Gallina Blanca, gli spagnoli controllano lo storico marchio del doppio brodo, ha ribattezzato il piano di investimenti da 30 milioni, simbolo la nuova fabbrica 4.0 sorta nel vecchio sito-fantasma affacciato sull’A4 e utilizzato a meno di un quarto delle capacità. Lontanissimi dal disagio che si percepisce al flashmob "per un’impresa che ti tradisce dopo che le hai dedicato tutta la vita – spiega Cattaneo – Le azioni nei confronti dei due operai sono solo la punta dell’iceberg, il progetto di “rinascita“ importantissimo per il territorio sta andando nella direzione opposta a quella annunciata. Ormai qui gli uomini rincorrono le macchine e chi osa dire che le cose non vanno, viene messo fuori". Sironi tenta la mediazione. "I rapporti tornino in un solco costruttivo da ambo le parti, c’è in gioco un pezzo importante della nostra industria. Ho proposto un tavolo a sindacati e azienda: serve un confronto franco davanti a un terzo incomodo". Mentre Capitanio ha denunciato l’accaduto a Montecitorio, poco più di un minuto per chiedere alla multinazionale "un passo indietro".