
di Dario Crippa
Se ne è accorto quando lo ha provato sulla propria pelle.
Giornalista di vaglia da oltre 70 anni, ormai in pensione da tempo, figura importante e memoria storica di Monza, insignito con il prestigioso Giovannino d’Oro nel 2018 dopo una campagna davvero bipartisan, Giancarlo Nava oggi che ha 87 anni e diversi acciacchi non riesce più a muoversi come un tempo.
E, purtroppo per lui, ha “guadagnato” il tagliando che consente ai disabili di parcheggiare la propria vettura negli stalli a loro riservati.
A riuscirci, però... perché purtroppo Giancarlo Nava si è reso conto provandolo sulla propria pelle che l’impresa è a volte oltre modo faticosa se non impossibile.
"Ci si ritrova, ogni volta che si ha necessità di parcheggiare soprattutto nel centro storico, a girare per ore prima di riuscire a individuare un buco in cui parcheggiare la propria automobile".
Di qui l’idea. Che sembrerebbe banale nella sua semplicità: chiedere al Comune di Monza una mappatura precisa dei posti riservati ai disabili in città.
E del loro numero oltre che della loro ubicazione.
Facile no?
Tutt’altro. "Ho cominciato a interpellare gli uffici. A scrivere mail su mail". Con scarso successo però.
"La prima mail con la mia richiesta l’ho mandata in Comune il 2 febbraio del 2020". Oltre due anni fa. "Eppure nessuno mi ha risposto.
Dopo alcuni mesi ci ho provato anche con l’Ufficio Viabilità, in via Guarenti" con l’assessore competente, spiega il decano dei giornalisti monzesi.
Sembrerebbe la destinazione più logica, in effetti...
Stessa solfa però, e lo stesso è accaduto quando Nava ha provato con le più alte cariche della città, racconta.
Una parvenza di risposta è arrivata dagli uffici quando gli è stato risposto però... con una comanda,
Nella quale gli si chiedeva di sapere quale fosse l’area della città in cui cercava parcheggio.
Una risposta ovviamente parziale, ma almeno era qualcosa, ha pensato Nava.
"Allora ho chiesto l’area del centro storico, ma un’altra volta è passato tutto sotto silenzio.
Poi ho deciso di provare a portare il mio problema su Facebook".
L’idea di portare il caso all’attenzione del social network più popolare sembrava buona. Almeno in teoria.
Ma anche lì, dopo una timida risposta da parte degli uffici, "si è fermato tutto come prima.
Insomma, sono trascorsi due anni, non ce l’ho col sindaco o con questa amministrazione, ma credo che qualsiasi amministratore pubblico dovrebbe interessarsi del problema.
Non si può continuare a muoversi alla cieca, o a tentoni, serve una mappa degli stalli precisa".
"Poi si apre un altro problema - riflette amaro il giornalista monzese -, perché purtroppo gli stalli sono perennemente occupati da persone senza tesserino, da abusivi, e lì allora occorrerebbero controlli e sanzioni".
Nava ha anche in mente un’idea che potrebbe servire ad aiutare i cercatori di stallo. "Si potrebbe studiare una App o almeno una cartellonistica specifica come per altri parcheggi del centro in cui siano indicati i posti a disposizione in quel preciso momento.
Insomma, sapere dove sono e se sono liberi in quel momento sarebbe un aiuto considerevolre e un segno di civiltà.
"Dovrebbe occuparsene chiunque ambisca ad amministrare questa città, il tema è sottovalutato ma interessa tantissime persone.
E anche qui, sarebbe interessante sapere quanti sono i tagliandi per disabili emessi in città e quanti i posti a loro effettivamente riservati".
In mezzo, a onor del vero, qualche risposta le mail di Giancarlo Nava le ha pure ricevute dai vari uffici interpellati: "Ma ogni volta mi è stato detto che era in corso un lavoro di sistemazione più ampio, che si stava insomma provvedendo a fare un conteggio preciso degli stalli per disabili presenti in città.
La cosa che fa rabbia è però considerare che nel frattempo sono trascorsi appunto oltre due anni e ancora nulla di chiaro è stato fatto.
E io, e le persone nelle mie condizioni, siamo ancora in attesa".