STEFANIA TOTARO
Cronaca

Seregno, uccisa in auto davanti al figlio: il marito a processo

Possibili il rito abbreviato, con sconto di pena, o il dibattimento

Fjoralba Nonai è stata uccisa in strada con diverse coltellate dall'ex marito

Seregno, 21 dicembre 2018 - Alla sbarra il marocchino di 35 anni che ha ucciso a coltellate la moglie albanese di 34 anni, da cui stava divorziando, davanti agli occhi del figlioletto di 5 anni. Il sostituto procuratore monzese Michele Trianni ha chiesto il rinvio a giudizio di Bouchaib Frihi, l’uomo che il 30 maggio scorso si è accanito su Fjoralba Nonaj sferrandole numerosi fendenti con un coltello da cucina al torace, nell’auto della donna dove sul sedile posteriore era seduto il loro bambino. Il 35enne dovrà presentarsi all’udienza preliminare al Tribunale di Monza, la cui data non è stata ancora definita e dovrà decidere se scegliere il processo con il rito abbreviato (che prevede lo "sconto" di un terzo della pena) oppure andare al dibattimento. Subito dopo il delitto Bouchaib Frihi si era costituito ai carabinieri di Seregno confessando di avere appena ammazzato la moglie. «E' come se mi fosse calato un muro davanti e mi sono svegliato solo quando ho sentito piangere il bambino», aveva immediatamente dichiarato.

Circostanze confermate anche nell’interrogatorio davanti al giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Monza Cristina Di Censo che l’aveva sentito in carcere per la convalida dell’arresto e la conferma della custodia cautelare in carcere (dove il marocchino è tuttora detenuto) chiesta dal pm della Procura di Monza Michele Trianni, titolare delle indagini, sia per l’accusa di omicidio volontario premeditato che per quella di maltrattamenti in famiglia, contestata sulla base di alcune denunce reciproche presentate dagli ex coniugi prima del tragico epilogo.

«È sconvolto, sostiene di avere perso il lume della ragione, ma si è dimostrato lucido e ben orientato, anche grazie alle cure che gli sono state subito prestate all’arrivo in carcere», aveva dichiarato il suo difensore, che si era opposto soltanto alla conferma della custodia in carcere relativamente all’accusa di maltrattamenti in famiglia. Il legale aveva sottolineato come il 35enne, regolare in Italia, «ha tenuto un corretto comportamento recandosi immediatamente dai carabinieri e risulta assolutamente incensurato».

Il difensore aveva confermato che i rapporti tra Bouchaib e Fjoralba erano diventati «molto tesi» dopo il loro divorzio. Diverse le denunce presentate per maltrattamenti dalla donna nei confronti dell’ex marito, ma anche presentate dall’uomo, secondo cui la ex frequentava «compagnie vivaci»  da cui lui stesso «si è sentito minacciato». Il marocchino puntava anche il dito contro presunti «comportamenti scorretti della donna, commessi anche davanti al loro bambino», ancora affidato ai parenti della vittima di femminicidio.