Scoppia la guerra sull’accoglienza Contratto scaduto, pagano i volontari "La Prefettura ci mette in croce"

Il Comitato della Cri obbligato a tenere aperto il centro che accoglie le famiglie ucraine. Ma dagli uffici governativi precisano che "è previsto finché non viene trovato un nuovo gestore"

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di Sonia Ronconi

"Questa volta dobbiamo metterci soldi di tasca nostra". Nuovo duello tra il Comitato della Croce rossa di Agrate e la Prefettura di Monza, che ha diffidato i volontari dal chiudere il Centro cittadino di accoglienza per famiglie ucraine. "Ma il contratto è scaduto e gli accordi non erano questi – dice Maurizio Gussoni, delegato del commissario Cri Marco Guernelli –, siamo in una situazione assurda: se rispettiamo i termini dell’intesa rischiamo la denuncia per interruzione di pubblico servizio". Al centro del caso, una quarantina di mamme e figli in fuga dalle bombe russe ospitati nel convento delle suore Serve di Gesù in via don Minzoni con le quali Croce rossa aveva firmato un comodato fino al 5 febbraio. “Per evitare conseguenze sul piano giudiziario dobbiamo provvedere ad assumere personale – aggiunge Gussoni –, forse la Prefettura si è scordata che siamo volontari e che le nostre casse sono state prosciugate da un episodio simile durante la pandemia: la gestione dei casi Covid fra i migranti e oggi siamo ancora noi a dover aprire il portafoglio. Ma non quello del gruppo, ormai vuoto, il nostro. Ci obbligano a continuare senza senza neanche prendersi cura di ipotizzare una scadenza e ci scaricano addosso il peso morale di possibili conseguenze legali per Guernelli che ha fatto tanti turni di notte pur di tenere aperto il Centro. Il problema è la mancanza di risorse, non certo di volontà".

La vicenda brianzola è già rimbalzata a Roma: "Abbiamo scritto al ministero dell’Interno perché si sappia come viene trattato chi si mette a disposizione della comunità. Siamo delusi", spiega il delegato. La Croce Rossa aveva prospettato una soluzione, "già dallo scorso autunno avevamo detto che a causa del trasferimento di quasi tutti i nostri iscritti a Monza il più adatto a subentrare era quel comitato, ma l’ipotesi è stata scartata a priori e ora siamo in questa situazione", chiarisce Gussoni.

La Prefettura spiega di avere lanciato "un avviso pubblico per selezionare un nuovo gestore non appena saputo delle difficoltà economiche del Comitato agratese", ma senza successo: "Nessuno si è fatto avanti", ragione per cui "i termini della ricerca sono stati prorogati di altri 15 giorni". Quanto al servizio forzato di Cri, "era previsto da una clausola del contratto per il tempo strettamente necessario alla conclusione della gara" con l’obiettivo "di mantenere vivo il Centro di accoglienza di Agrate assicurando continuità ai percorsi di integrazione sociale e scolastica intrapresi dagli ospiti". L’alternativa è sparpagliare i profughi "in diverse strutture della rete", ma la Prefettura vorrebbe evitarlo per non causare altre difficoltà a chi ha già iniziato a integrarsi in città.