Uomini che odiano le donne. Uomini che le maltrattano e che pur di evitare di essere denunciati sono pronti a passare alle vie di fatto. Un episodio inaccettabile nelle scorse ore ha gettato nello sconforto diversi cittadini, testimoni loro malgrado. L’episodio eclatante è andato in scena mercoledì pomeriggio, in mezzo alla strada, davanti a decine di passanti e automobilisti esterrefatti.
Protagonista un uomo che, in via Azzone Visconti, a poche decine di metri dal centro storico, ha preso la moglie a schiaffi minacciandola per indurla a ritirare la denuncia per maltrattamenti che la donna aveva presentato nei suoi confronti. La scena ha richiamato sul posto le forze dell’ordine, con due pattuglie dei carabinieri della Compagnia di Monza che sono intervenute sul posto per impedire che l’uomo potesse portare a termine l’aggressione. E ricostruendo il caso, si è appreso cosa si celava alle sue spalle. Tutto era cominciato alla caserma dei carabinierin di Monza poco prima. Era qui che si era presentata la donna, 45 anni, a sporgere denuncia nei confronti del marito per presunti maltrattamenti e violenze subite nella propria abitazione. Appena saputo cosa aveva “osato“ fare la donna, il marito – un operaio di 49 anni – si era messo alle sue calcagna seguendola in macchina. E l’aveva appunto raggiunta in via Azzone Visconti, dove era sceso dalla vettura per andare ad affrontarla, aprendole la portiera e prendendola a schiaffi in mezzo alla gente: "Devi rititirare quella denuncia" le avrebbe urlato in faccia, lei già in lacrime. A quel punto i carabinieri intervenuti lo hanno arrestato.
Lo stesso uomo peraltro non sarebbe nuovo a condotte violente nei confronti delle donne. Ed era stato protagonista di un caso inquietante. Era stato già denunciato e sottoposto a divieto di avvicinamento a un’altra donna, con la quale avrebbe avuto una relazione al di fuori del matrimonio:. Ed era stato accusato di vessazioni psicologiche particolarmente insidiose nei confronti della donna attraverso la cosiddetta tecnica del “gaslighting“ o manipolazione psicologica maligna: vale a dire, per tenerla soggiogata alla propria mercé e convincerla che era debole di mente o addirittura pazza, le faceva sparire oggetti di nascosto, le nascondeva le cose e la denigrava per le presunte mancanze e vuoti di memoria sottoponendola di fatto a vere e proprie forme di abuso. Come in un vecchio film degli anni Quaranta con Ingrid Bergman e Joseph Cotten (“Angoscia“ o appunto “Gaslight“). Convincendola che la sua mente era particolarmente debole e inaffidabile, legandola a se stesso e rendendola sempre più dipendente. Ora l’uomo per l’ultimo episodio di violenza avvenuto davanti agli stessi carabinieri si trova rinchiuso in carcere in attesa della decisione del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza.