MONICA GUZZI
Cronaca

Di Pietro: "Pedemontana, sistemo tutto e poi arriva il nuovo direttore"

Intervista con Antonio Di Pietro, che si prepara a lasciare la società e annuncia: via libera da parte del Cipe e banche pronte a tornare

Antonio Di Pietro

Monza, 26 gennaio 2017 - Entro giugno lascerà la scrivania, ma lui spera di riuscire ad andarsene prima. Tempo di trovare un direttore generale capace di rimettere in moto la macchina di Pedemontana, dopo che lui, Antonio Di Pietro, l’avrà tirata fuori dalle sabbie mobili.

Avvocato, riuscirà a sbloccare Pedemontana prima di lasciare la presidenza? "Non sono io che me ne vado, è la legge che mi impone di lasciare perché dice che un pensionato pubblico, anche se lavora gratis, non può farlo per più di un anno. Rispetto la legge ma voglio evitare che dalla sera alla mattina l’azienda rimanga senza testa".

E quindi? "Abbiamo deciso di cercare un direttore generale. Entro il 15 febbraio chi ritiene di essere all’altezza presenterà il curriculum. Sarà giudicato da una commissione esterna che nomineremo a breve. Sarà un passaggio di consegne ragionato, compresa l’approvazione del bilancio. Non vorrei lasciare all’ultimo giorno per non dare l’impressione che ci siano interessi personali".

La matassa è parecchio ingarbugliata, e mancano i soldi... "Il sistema bancario finora non si è avvicinato per diverse ragioni. Il piano economico finanziario prevede 2,6 miliardi di finanziamento bancario da restituire coi pedaggiamenti. Bei (Banca europea di investimento) e Cassa depositi e prestiti avevano respinto l’ipotesi di partecipare al finanziamento, ma abbiamo ottenuto la riapertura del procedimento e siamo in una fase ispettiva. Bei ha messo nel suo ordine del giorno l’ipotesi di finanziare Pedemontana. Abbiamo riaperto la pratica ufficialmente. Sto aspettando che arrivino gli ispettori dal Belgio. Quanto al problema dell’incasso dai pedaggi, più basso rispetto alle previsioni, l’abbiamo risolto ottenendo in fondo di garanzia dalla Regione".

C’è poi il problema equity "Già, chi ci mette il capitale? Quando sono arrivato ho trovato due gare andate a vuoto. Ma abbiamo riconfermato fino a giugno 2017 la possibilità di partecipare da parte degli attuali soci all’aumento del capitale. Bau ha dato la sua disponibilità all’ipotesi di partecipare all’aumento di capitale con 250 milioni. Sto aspettando le risposte degli altri soci, che hanno il diritto di prelazione".

Ci sono poi le riserve formulate dal colosso Strabag. Come va la trattativa? "Stiamo facendo incontri quotidiani, ieri, domani, dopodomani. Prima discutevamo di una differenza di miliardi, ora discutiamo di milioni. Si va avanti. Anche il Cipe ci ha dato altri 7 anni di tempo per gli espropri, con una dichiarazione di pubblica utilità dell’opera. I termini scadevano il 19. In questi mesi abbiamo riaperto una discussione che sembrava chiusa, ma c’è ancora molto lavoro da fare".

In Brianza il cantiere è fermo sui terreni della diossina. Come pensate di superare l’ostacolo? "Abbiamo adempiuto alla richiesta di fare una verifica e riscontrato che il livello di inquinamento è quello che c’era prima. Non è Apl che può assumersi l’onere di una bonifica. Le istituzioni intendono lasciare la situazione com’è o intendono provvedere? Io ho formulato un dossier sia alla concessionaria sia alla Regione. Chiedo: volete provvedere o no? Se volete provvedere dovete pagare voi. Il problema c’è, ci vogliono soldi e qualcuno li deve mettere a bilancio. Il mio compito è fare un’autostrada".

Piano B e rinuncia alla tratta D. Cosa pensa dell’idea di un’autostrada più soft in Brianza, meno impattante e meno costosa? "Il Cipe e il ministero delle Infrastrutture hanno formalmente rigettato la proposta di variante perché il Pef prevedeva tutto il progetto. Quindi abbiamo riproposto il Pef e il progetto compresa la tratta D. Martedì si è svolto l’ultimo incontro fra me e il ministero qui in Regione. Il Cipe ha dato parere positivo e la pratica per l’atto aggiuntivo è ora alla firma del ministro delle Finanze".

Un bilancio: cosa pensa di Pedemontana oggi? "Ritengo che sia un’opportunità e non una condanna".