"Password, username e codici fanno girare la testa"

L’accelerazione del processo fa sentire disorientati molti utenti abituati a rapportarsi con gli sportelli

Migration

User name, password, codice di sblocco e tanti numeri che si susseguono nelle schermate da far girare la testa. Con il Covid si è innescato un processo di digitalizzazione selvaggia che allontana il cittadino e lo fa sentire perso.

È l’esperienza di Aurora Graziosa, che infatti si sta rivolgendo più volte alla Casa digitale di Brugherio. "Non ci riesco, è tutto bloccato – dice la signora in preda al panico – Non posso usare il fascicolo elettronico; non sono pratica di informatica e mi impedisce davvero di vivere. Ero ricoverata in ospedale e Poste Italiane si è rifiutata di inviare un messo per il riconoscimento, per rilasciarmi lo Spid. Quindi ho speso 40 euro per InfoCert, lo Spid a pagamento, ma le schermate si susseguono veloci, i numeri cambiano e io non ci sto dietro. Perdipiù la carta d’identità cartacea si è spezzata in due per l’usura e non viene accettata come documento. I facilitatori sono bravi, mi spiegano, ma io poi vado a casa e non sempre ho l’elasticità mentale per gestire queste cose". Mentre parliamo si avvicina anche Emanuela Tremolada: "Io ce l’ho fatta a fare lo Spid da mde – racconta – ma non sono molto pratica e quindi per la mia amica mi sono rivolta alla Casa digitale".

Come spiega Federico Fratta, fra i 9 operatori per ottenere lo Spid, Poste Italiane è il più gettonato, ma occorre pre-registrarsi, poi identificarsi allo sportello in presenza, previo appuntamento da prendere sul sito di Poste Italiane. Se si fallisce è difficile averne un altro. Ecco perché a breve verrà attivato l’Ecosistema digitale per cui lo Spid lo darà il Comune automaticamente.

C.B.