Parco e Reggia, gli ambientalisti battono cassa

Appello a Franceschini e Garavaglia per riuscire a strappare un aiuto di Stato "almeno comparabile a quello ottenuto dall’autodromo"

Villa Reale sempre a corto di risorse concessione golf e autodromo

Villa Reale sempre a corto di risorse concessione golf e autodromo

Monza - «Basta usare superlativi a sproloquio sulla Villa Reale e il Parco. Servono fatti concreti. E visto il recente fallimento della gestione pubblico-privato, adesso è il momento di cambiare passo. Per questo facciamo appello ai ministri della Cultura e del Turismo perché assegnino un finanziamento stabile e certo al Consorzio". Il Comitato per il Parco Antonio Cederna ha chiesto un incontro a Dario Franceschini e Massimo Garavaglia per riuscire a ottenere un aiuto di Stato "almeno comparabile a quello recentemente concesso all’Automobile club d’Italia per sostenere l’autodromo e il Gran premio d’Italia di Formula Uno. Per il valore che hanno, Villa e Parco se lo meritano". Secondo Bianca Montrasio, portavoce del Comitato, "per lo straordinario vengono fatti provvedimenti una tantum, prima la Legge 40, negli anni Novanta, ora il Masterplan di cui però non si sa nulla. Mentre per l’ordinario si raccattano soldi attraverso le concessioni, in particolare quelle dell’autodromo e del golf" che garantiscono un’entrata nelle casse del Consorzio Parco e Villa di meno di 2 milioni di euro all’anno. D’altro canto "Stato e Regione spenderanno, da qui al 2025, oltre 77 milioni di euro, e forse altri 20 milioni , in parte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, per mantenere la titolarità del Gp di Formula Uno e fare interventi di ammodernamento del circuito".

E alla Villa ne al Parco? "Se si vuole davvero gettare le basi per la rinascita dell’intero compendio, i finanziamenti servono adesso – continua Montrasio –. La proposta è che lo Stato garantisca almeno 5 milioni di euro all’anno a cui aggiungere i contributi, evidentemente in misura minore, degli altri enti soci del Consorzio. E quando la gestione sarà in grado di reggersi da sola, allora l’importo di quel sostegno si può anche rivedere". Ad oggi, "malgrado rientri tra i beni culturali nazionali vincolati da specifiche normative di tutela – aggiunge Roberto D’Achille, avvocato del Comitato –, decenni di degrado e di usi impropri hanno impedito al monumento di godere del ruolo e del rilievo che gli spetterebbe fra i beni patrimonio dell’umanità tutelati dall’Unesco".

Peraltro , con i suoi 740 ettari, Parco e Villa Reale "costituiscono un complesso monumentale paesaggistico di rara bellezza, che avrebbe ben pochi rivali a livello nazionale e internazionale. Che, saggiamente gestito, permetterebbe di generare economia". Invece "fino ad ora i progetti di valorizzazione si sono scontrati con la mancanza dei fondi indispensabili per concretizzarli e i finanziamenti una tantum non sono stati funzionali a compensare il bisogno di entrate certe e adeguate alle necessità impellenti e quotidiane di un monumento che vanta un patrimonio architettonico ricco di tre ville neoclassiche, una ventina di cascine, mulini, oltre a 110mila alberi d’alto fusto molti dei quali secolari e siepi e prati stabili che alimentano una ricca fauna".

Per mantenere tutto questo "ci si affida alle concessioni che, però, non sono affatto sufficienti". Anzi, "sono un rischio e un ricatto di tipo feudale". E oltretutto "favoriscono condizioni di privilegio inaccettabili in base agli orientamenti del Testo unico dei beni culturali, come evidenzia l’alienazione dei circa 100 ettari di parco pubblico in cui è ospitato il Golf club Milano alla fruizione esclusiva degli iscritti". Ecco , "visto che la convenzione del golf scade il 31 dicembre, questo è il momento di intervenire cominciando a restituire quella parte di Parco ai cittadini". In ogni caso, "anche se si possono certamente individuare forme di gestione più adeguate e redditizie – chiarisce Montrasio – è impensabile che un bene culturale di tale vastità e complessità possa automantenersi". Per questo, "per togliere il monumento dal ricatto e dal pericolo di non avere nemmeno la garanzia dei fondi necessari alla manutenzione ordinaria, occorre che lo Stato intervenga con fondi stabili. Appunto come ha fatto con l’autodromo – rimarca Montrasio –. È una richiesta di equità, nella convinzione che, restituito alla loro identità e dignità, Villa Reale e Parco saranno la vera attrazione di un turismo di qualità e di progresso per l’intero territorio, 365 giorni all’anno".