STEFANIA TOTARO
Cronaca

"Ostacoli insormontabili nel fissare i processi"

Tracciando il bilancio il procuratore Gittardi ha rimarcato l’impossibilità di garantire una ragionevole durata dei procedimenti

di Stefania Totaro

Processi monocratici per i reati minori fissati anche fino a giugno 2022 e quelli collegiali a dicembre 2021. È la drammatica situazione della giustizia monzese che emerge dalle relazioni sull’andamento dell’attività giudiziaria nel 2020 di Procura e Tribunale. Uno scenario, relativo al periodo luglio 2019 - giugno 2020, denunciato da anni ma che ha avuto un colpo di grazia lo scorso marzo dal lockdown seguito allo scoppiare della pandemia da Covid-19. Gli effetti sul lavoro della Procura monzese li illustra il procuratore di Monza Claudio Gittardi nella sua relazione sull’ultimo anno giudiziario.

"Si percepisce una generale stabilizzazione dei positivi risultati conseguiti da questo Ufficio negli ultimi anni e della qualità e quantità della risposta giudiziaria, ma non può certo affermarsi che siano superate le criticità che da anni vengono segnalate – sostiene il procuratore monzese – L’ufficio è ancora sottodimensionato con riferimento alle piante organiche del personale amministrativo e della polizia giudiziaria e fa fronte a tale cronico sottodimensionamento con grande senso del dovere e spirito di servizio, ma è costantemente in preallarme in vista dei prossimi pensionamenti e trasferimenti che rischiano di paralizzare la macchina organizzativa in ciascuno dei suoi strategici passaggi".

Uno dei punti dolenti è proprio la "ragionevole durata dei procedimenti" che "incontra ostacoli spesso insormontabili nel rapporto con il sottodimensionamento dell’area penale del Tribunale sia ufficio gip che dibattimento – continua Claudio Gittardi – alle prese con carenze di personale come magistrati e personale amministrativo e di strutture come le aule per celebrare i processi, situazione ulteriormente aggravata dalla perdurante emergenza sanitaria con le connesse esigenze di distanziamento alla ripresa delle attività di udienza in presenza, così che anche la tempestiva definizione dei procedimenti da parte della Procura, quando con molti sforzi realizzata, si scontra con tempi di attesa per la definizione in fase dibattimentale che sono davvero scoraggianti". Gittardi conclude quindi che "per quanti sforzi si facciano e per quante riorganizzazioni si “inventino“, la macchina non potrà mai funzionare se non vi sarà un aumento delle piante organiche e la completa copertura dei consistenti posti vacanti".

Considerazioni avallate anche dalla presidente del Tribunale di Monza, Laura Cosentini, nella sua relazione sull’anno giudiziario 2020. "Un anno fortemente condizionato dal sopravvenire del periodo di emergenza sanitaria da Covid-19, che di fatto da fine febbraio 2020 determinava una battuta d’arresto sempre più incisiva dell’attività giudiziaria. Di ciò non può non tenersi conto nell’esprimere un bilancio dell’attività svolta, in particolare valutando che nel primo semestre 2020 ne è derivata una progressiva anomala contrazione di sopravvenienze e definizioni di fascicoli, con incidenza anche sul dato finale delle pendenze".

La presidente del Tribunale ha dovuto "valutando la gravità e progressiva diffusione del contagio nel nostro territorio, e dando atto di locali e spazi comuni angusti nelle sedi giudiziarie monzesi", emanare "disposizioni che limitavano la celebrazione delle udienze agli affari ritenuti indifferibili o urgenti e che gli accessi alle cancellerie avvenissero previa richiesta telematica di appuntamento". Poi con la sospensione del decorso dei termini processuali e la decisione rimessa ai capi degli uffici sulle linee guida anti-contagio nel periodo di maggiore allarme epidemiologico la scorsa primavera, "si privilegiavano modalità, innovativamente previste, di celebrazione delle udienze con trattazione scritta o da remoto e una sospensione del deposito degli atti ritenuti non urgenti, con l’accettazione di cancelleria che poteva avvenire solo in sede, anche in contesto di processo telematico, non essendo accessibili da remoto per i dipendenti in smartworking i sistemi informatici". Quindi, "una lenta ripresa dell’attività si è avviata soltanto da metà maggio 2020 in avanti" e ne è derivato che "alla data del 30 giugno 2020, in una situazione aggravata dalla pesante scopertura dell’organico amministrativo, si registravano ancora consistenti ritardi di cancelleria nell’evadere l’accettazione dei depositi e forti limitazioni nel garantire l’assistenza alle udienze penali, con inevitabili riflessi sull’attività giudiziaria degli stessi magistrati".