Sfrattato, da 8 anni è il "custode" dell’ex sanatorio

Aldo Bevacqua vive in un locale dell’edificio

Aldo Bevacqua 

Aldo Bevacqua 

Ornago, 13 luglio 2018 -  Aldo Bevacqua è il custode del vecchio sanatorio. Otto anni fa, dopo lo sfratto ha ricavato un piccolo appartamento, camera, bagno e ingresso, nei locali che a partire dal 1910 hanno ospitato il centro di cura della tisi poi diventati la sede di un’associazione di pubblica assistenza con le ambulanze. Attorno regna l’abbandono: vetri rotti, porte aperte, camere piene zeppe di documenti ospedalieri. Un archivio che se ordinato permetterebbe di scrivere pagine importanti sulla sanità pubblica nella Brianza Vimercatese. L’immenso bosco dei pini, quello che aveva fatto scegliere Ornago come sanatorio, c’è ancora. «Ma è così inselvatichito che a camminare rischi di perderti dentro». Sotto i grandi alberi, tra i tronchi, sterpaglie e arbusti che sono cresciuti a dismisura. «La vegetazione ha preso il sopravvento», dice Bevacqua. Non ha paura di vivere a solo in questi luoghi un tempo animati da migliaia di giovani donne ammalate di tubercolosi: «E di cosa dovrei avere paura. Alla mia età certe fobie si superano. E poi cosa dovrebbero prendermi, i libri?».

È un gran lettore: «Divoro di tutto, dai quotidiani ai settimanali, dai romanzi ai saggi». L’appartamento è spartano ma decoroso. Ha tutto quello che serve per viverci: un piccolo fornello, il frigo, il bagno. «C’è anche l’acqua per fortuna. La televisione no, ma tanto quella non la guardo». A fargli compagnia la radio, a tenerlo collegato con il mondo è il telefonino «che uso solo per parlare non per mandare messaggi». La giornata di questo pensionato settantunenne comincia al mattino presto: «In genere, dopo il caffè, mi fermo un po in paese. Conosco tutti. Persone gradevoli con cui mi piace parlare al bar o quando c’è il bel tempo seduto su una panchina. Verso le 11, normalmente vado a Milano in autobus, nei luoghi dove ho vissuto». Passa tanto tempo in biblioteca «sono un frequentatore assiduo. Vado a leggere ma soprattutto a discutere dii tante cose intelligenti con gli studenti. Ormai tutti sanno chi sono. Quando arrivo ci mettiamo poco a intavolare discorso».

In sella alla sua vecchia bicicletta ha un giro fisso delle sue giornate culturali: spesso e volentieri si ferma nella biblioteca di Ornago, «ma vado fino a Mezzago, li ho tante persone con mi aspettano, Bellusco, li si parla un po meno, o Vimercate». La piccola pensione gli basta per una vita dignitosa «spero che prima o poi riesca a entrare in graduatoria a Ornago per un alloggio popolare». Intanto la sua vita se l’è organizzata nel vecchio sanatorio, nella parte ancora accessibile. Il resto è diventato negli anni ’90 la residenza assistita per anziani Scaccabarozzi «ma sono due realtà confinanti ma autonome». In alcuni locali ospita gli ispettori del lavoro. E’ tutto proprietà dell’azienda ospedaliera di Vimercate, a cui da tempo i sindaci della zona chiedono un progetto di rinascita. Di persone che vengono a trovarlo non ce ne sono, è sempre lui che si sposta.

«Mio fratello vive a Roma e ho tanti nipoti sparsi per l’Italia». Milanese d’origine, è nato nel lussuoso quartiere Magenta di Milano «poi mi sono dovuto spostare a Palmanova, un po’ più in periferia, direi». Aveva un’impresa di autotrasporti «facevo consegne anche qui in Brianza, a Ornago». L’attività va male, non è più redditizia, e lui decide di cambiare «ho trovato lavoro come autista delle ambulanze della Croce Azzurra San Giorgio». La prima volta che entra nel sanatorio è il 2006. Poi segue le vicissitudini della Croce che nel frattempo aveva trovato la sede a Ornago. Due anni fa esplose il caso degli automezzi di servizio abbandonati nell’ex sanatorio seguito anche dal Giorno «in realtà erano 18 veicoli, 2 sole ambulanze». Che sono state portate via. Non soffre di solitudine «se si sta bene con se stessi si ha bisogno di poco». Di notte, nel silenzio, con un po di fantasia si possono sentire i passi delle giovinette che qui venivano a guarire di tubercolosi. E che ancora si aggirano da queste parti.