STEFANIA TOTARO
Cronaca

Stefano Anastasio morì schiacciato dall’escavatore. Il datore di lavoro rischia due anni

Besana, venerdì il Tribunale di Monza deciderà sulla richiesta di condanna a 2 anni di reclusione per il reato di omicidio colposo presentata dalla Procura per il responsabile della ditta per cui lavorava la vittima, che ha lasciato moglie e due figli. Sotto accusa il mancato utilizzo della cintura di sicurezza

L’incidente avvenuto l’11 gennaio 2022 è costato la vita a Stefano Anastasio

L’incidente avvenuto l’11 gennaio 2022 è costato la vita a Stefano Anastasio

Besana Brianza (Milano) – Morto schiacciato sotto il peso della cabina dell’escavatore che stava guidando. Per questo tragico infortunio mortale sul lavoro, avvenuto l’11 gennaio 2022 all’interno di un cantiere edile per una nuova costruzione a Besana e costato la vita a Stefano Anastasio, 50enne originario di Maddaloni, in provincia di Caserta, e residente a Casatenovo nel Lecchese, ora arriva l’epilogo giudiziario.

Venerdì il Tribunale di Monza deciderà sulla richiesta di condanna a 2 anni di reclusione per il reato di omicidio colposo presentata dalla Procura per il responsabile della ditta per cui lavorava la vittima, che ha lasciato moglie e due figli. I familiari, ma anche i parenti più stretti del 50enne, la madre e i fratelli, si sono costituiti parti civili. Sotto accusa il mancato utilizzo della cintura di sicurezza alla guida dell’escavatore.

"Che non indossarla fosse una consuetudine ma quasi una direttiva per la rapidità del lavoro l’hanno invece detto gli altri dipendenti perché dal mezzo si sale e si scende e non sempre si toglie e si mette la cintura continuamente - hanno dichiarato nelle loro arringhe in aula gli avvocati che rappresentano le parti civili al dibattimento -. L’imputato invece avrebbe dovuto ammonire e finanche licenziare l’operaio per salvargli la vita".

Accuse negate dalle difese dell’imputato e della sua società, chiamata come responsabile civile. "Lo dico sempre agli operai di indossare le cinture di sicurezza, ma se poi i lavoratori non lo fanno non è un problema mio", la giustificazione del datore di lavoro. La chiamata ai soccorsi era scattata poco dopo le 15.30 all’interno del cantiere di via della Fontana. L’escavatore, che stava rimuovendo dei residui di calcinacci, si era ribaltato, investendo l’operaio scivolato dal sedile di guida. Sul posto si erano precipitati i soccorsi con insieme ai carabinieri della Compagnia di Seregno, alla polizia locale e ai vigili del fuoco. Il personale sanitario aveva solo potuto constatare il decesso del 50enne.