
Una folla di gente per l'ultimo saluto a Valeria Bufo
Seveso, 28 aprile 2018 - «Gli abbracci più belli sono quelli che senti anche quando finiscono. Ecco, mamma, io sento che tu adesso mi stai abbracciando», ha detto il figlio Stefano. Una folla di almeno 700 persone, nel primo pomeriggio di ieri, si è radunata presso la parrocchia di San Carlo, all’Altopiano di Seveso, per dare l’estremo saluto a Valeria Bufo, la 56enne uccisa dal marito Giorgio Truzzi con cinque colpi di pistola. Una folla composta, un dolore immenso, per l’improvvisa scomparsa di una donna ammirata e apprezzata da tutti. In prima fila, distrutti dal dolore, i figli Alessandro, Stefano ed Eleonora, le sorelle Anna e Nicoletta, i cognati Vittorio e Tino, i nipoti Andrea, Laura, Stefano e Gianluca. Poi, via via, gli altri parenti, gli amici, i colleghi, i compagni di squadra dei figli, con un centinaio di persone costrette a stare fuori, perché non c’era più posto.
«Adesso è il tempo della speranza e della preghiera – ha detto don Adriano Colombini, anni fa vicario all’Altopiano e adesso parroco a Costamasnaga, che ha celebrato la funzione insieme a don Carlo Pirotta –, il tempo di affidarsi a Dio che è il solo a poter sostenere le contraddizioni del cuore e della vita dell’uomo. Questo è il tempo dell’abbraccio». E proprio sul tema dell’abbraccio, le parole di Stefano, e il suo appello ai presenti, «per ricordare mia madre vi chiedo di godervi al massimo i momenti che trascorrete con i vostri cari». Le sue, le parole di Alessandro ed Eleonora, che hanno commosso tutti. E poi quelle dei Coscritti di Valeria, che l’hanno ricordata come «una donna sempre solare, allegra, con la battuta pronta e orgogliosissima dei suoi figli». Centinaia i messaggi di cordoglio e condoglianze arrivati alla famiglia, con tutti i mezzi di comunicazione possibili: da parte di amici, colleghi di lavoro, vicini di casa, semplici conoscenti. Una tragedia che ha sconvolto un po’ tutti, per le modalità, per il nuovo caso di femminicidio. Per la motivazione che sarebbe stata alla base della separazione prima e poi del folle gesto del marito: la passione di Giorgio Truzzi per il gioco d’azzardo, forse già sfociata in vera e propria ludopatia.
All'uscita della bara, coperta dai fiori e trasportata dai figli, l’applauso, le lacrime, i baci. Per l’estremo addio a Valeria Bufo, la cui salma è stata poi accompagnata al cimitero di Seveso, in attesa della cremazione. Tra le gente, sconvolta, ancora il ritornello, che passava di bocca in bocca, «ma come è possibile? Ma perché l’ha fatto?». Nessuno ancora riesce a dare una spiegazione al folle gesto di Giorgio Truzzi, divorato dal vizio del gioco, secondo quanto starebbe emergendo dalle indagini dei carabinieri.