
Una mucca in stalla
Lesmo (Monza Brianza), 3 agosto 2018 - Aborti e morti premature, il caldo stringe la morsa anche nelle stalle. Si alza la linea di mercurio sul termometro e nelle fattorie le mucche producono fino al 15% in meno di latte rispetto alle altre stagioni dell’anno. Non solo. Le temperature elevate sottopongono gli animali in gravidanza a un forte stress. Elevato dunque il rischio di aborto e il pericolo di complicanze per i vitellini appena nati. Un quadro quello disegnato dalla Coldiretti Lombardia dell’intera Regione che non lascia spazio alle speranze.
«Per le mucche – spiegano dall’ente - il clima ideale è tra i 22 e i 24 gradi. Se si supera questo limite gli animali iniziano a mangiare poco e a bere molto. La conseguenza è una minore produzione di latte». Tanti gli allevatori brianzoli corsi ad acquistare macchinari per abbattere il caldo. In molte stalle sono infatti scattate le contromisure per combattere l’afa. Sopra i box i ventilatori rimangono accesi, l’acqua fresca viene nebulizzata grazie ad apposite docce, mentre i pasti vengono serviti nelle ore più fresche per invogliare gli animali a sfamarsi e scongiurare il pericolo disidratazione.
Tempi duri per mucche e vitelli, ma anche per gli allevatori. «Con l’arrivo del grande caldo - racconta Emma Ghidoni, allevatrice di 27 anni - il calo nella produzione di latte è stato repentino. Ci siamo organizzati con i sistemi di rinfrescamento, ma nonostante l’impegno le nostre mucche patiscono l’afa di questi giorni». La Coldiretti ha lanciato l’allarme non solo per gli esemplari adulti ma anche per i vitellini che devono nascere o che hanno pochi giorni di vita. «In una settimana - afferma Massimo Redaelli, allevatore di Lesmo - nonostante tutte le precauzioni, alcune mucche hanno abortito e un vitellino appena nato è morto soffocato dalla calura». A soffrire nelle stalle anche i maiali. I suini nonostante ventilatori, docce e impianti di raffreddamento continuano a risultare inappetenti. Si segnalano difficoltà anche nei pollai dove si sta registrando un calo di circa il 5 per cento nella deposizione delle uova.