Monza, il carcere sta esplodendo: tre incendi appiccati in 24 ore

Gli episodi di violenza si susseguono da quattro giorni fra rivolte e aggressioni dei detenuti. La preoccupazione del sindacato: "Abbiamo paura di non tornare a casa alla sera, aspettiamo il morto?"

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di Dario Crippa

Nel giro di tre giorni, un suicidio fra i detenuti, una rivolta carceraria, tre incendi.

Al carcere di Monza la polveriera è esplosa.

Il 14 agosto gli ultimi episodi: alle 18 e nelle ore successive una serata da incubo alla casa circondariale di via Sanquirico.

Nel reparto nuovi giunti, soprannominato sezione osservazione, un detenuto di origine marocchina ha provocato un piccolo incendio che prontamente gli agenti hanno spento con dei secchi d’acqua.

Successivamente sempre lo stesso detenuto alle 20 circa ha incendiato nel bagno della propria camera di pernottamento asciugamani, lenzuola, bottiglie di plastica e altre cose provocando fiamme alte e fumo intenso. Gli agenti, accortisi subito, sono intervenuti prontamente prima con dei secchi d’acqua, poi con l’estintore, ma vista la difficoltà nello spegnere il fuoco hanno provveduto ad usare l’impianto di idratazione, mentre gli altri detenuti iniziavano a battere e a urlare per la paura e per creare altri disordini.

I poliziotti penitenziari - fanno sapere dal sindacato Uilpa - nonostante la difficile situazione "sono riusciti con la loro professionalità e competenze a evitare il peggio, il detenuto incendiario è stato portato in salvo facendolo uscire dalla Camera e spostato in un’altra".

Nemmeno il tempo di prendere respiro che alle 21.30 circa nella sezione infermeria un altro detenuto di origini italiane questa volta ha pensato bene di incendiare un cuscino e federa fuori alla sua camera di pernottamento creando un intenso fumo nero, gli agenti insieme al sottufficiale di sorveglianza sono riusciti però a intervenire in modo celere e si è evitato ancora una volta il peggio.

Ancora una volta, il tempo di finire quest’altro intervento, e il sottufficiale di sorveglianza generale è dovuto correre nella sezione nuovi giunti in quanto sempre lo stesso detenuto di origini marocchine aveva iniziato a battere forte porte, finestre e blindo provocando malessere e agitazione degli altri detenuti che svegliandosi per il forte rumore e per la situazione precedente iniziavano a sbattere blindi e porte.

Intanto il detenuto marocchino aveva smontato le mensole di legno piene di chiodi e si era armato con le stesse minacciando il sottufficiale e tutto il personale di polizia penitenziaria. "Ancora una volta - spiegano dal sindacato - la grande professionalità della polizia penitenziaria nel gestire a sangue freddo questo tipo di eventi critici è riuscita a farsi consegnare le armi rudimentali dal detenuto e portarlo alla calma". La serata di alta tensione e follia si è conclusa soltanto vicino alla mezzanotte. Il personale di polizia penitenziaria intervenuto non ha voluto ancora una volta ricorrere all’ospedale per continuare a lavorare e non lasciare soli i colleghi. La Uilpa "vuole evidenziare la difficoltà nel gestire detenuti senza regole e fuori controllo, proprio perché non si da la possibilità di applicare le regole e farle rispettare, invece si premiano i detenuti violenti in vari modi e non punendo a norma di legge. La polizia penitenziaria di Monza e di tutt’Italia è ormai maltrattata ogni giorno dalle angherie profuse dei detenuti".

"Basta - hanno ribadito - ogni giorno è un bollettino di guerra, ogni giorno si ha paura a prendere servizio. Se ti va bene, porti a casa la pelle, ma resti intossicato dal fumo o ferito.

Il personale è allo stremo delle forze, stressato, intimorito e affranto dal fatto che nessuno intervenga e che nessuno a livello dirigenziale ponga fine a questa mattanza".

Il presidente regionale Uilpa, Domenico Benemia ha sottolineato con gran dispiacere che "la situazione è grave, ogni giorno si registrano episodi gravi da parte soprattutto di detenuti con problemi psichiatrici e di droga, i poliziotti penitenziari non fanno ormai solo i poliziotti, ma fanno anche da assistenti sociali, educatori e psichiatri senza titolo alcuno.

Mancano educatori, dottori e psichiatrici h 24. Il personale di Monza sta vivendo una situazione di disagi , il carcere è allo sbando completo, non c’è sicurezza alcuna, ai detenuti si dà e basta, la paura è che scappi il morto tra di noi.

La Uilpa grida e dice con dolore che sulle facce dei poliziotti penitenziari di Monza vive la paura, paura di intervenire, paura di non vedere più i figli o famigliari". E infine l’auspicio che vista la situazione grave che sta vivendo il carcere di Monza "qualcuno a livello nazionale intervenga con fermezza per portare la legalità a Monza e nelle carceri italiane".

Il tema dei suicidi (tre da inizio anno, l’ultimo giovedì scorso) torna anche nelle parole del segretario generale della Uilpa-polizia penitenziaria, Gennarino De Fazio: "L’altissimo numero dei suicidi è in parte ascrivibile anche al fallimento del modello detentivo che con la falsa denominazione di ‘sorveglianza dinamica’, ma attuata con celle aperte, ristretti per lo più in ozio e sottoposti a vigilanza irrisoria".