
di Cristina Bertolini
In questi giorni il NurSind sta inviando alle direzioni degli ospedali lombardi (compreso il San Gerardo) e all’assessore regionale Letizia Moratti la richiesta di controllare, in centri accreditati, la qualità delle mascherine Ffp2 e Ffp3 ancora in dotazione.
Già un anno fa il NurSind aveva denunciato l’uso di mascherine non a norma.
Adesso che le indagini sono avviate e lo scandalo delle mascherine che non proteggono è scoppiato, il NurSind chiede almeno "le scuse di chi ha ignorato, deriso e accusato gli infermieri di essersi infettati fuori dal lavoro". Troppi i sanitari che, nel pieno della pandemia, malgrado i dispositivi di protezione individuale continuavano a contagiarsi.
Il NurSind (il maggiore sindacato di categoria degli infermieri) non si capacitava di quelle migliaia di colleghi che in corsia finivano comunque per contrarre il virus. Quindi, già da marzo 2020, dopo aver allertato le direzioni generali dei nosocomi, il sindacato aveva scritto anche alla Regione chiedendo verifiche sui dispositivi di protezione individuale e in particolare sulle mascherine date in dotazione negli ospedali. "Dagli ospedali sono arrivate rassicurazioni che tutto era a norma – precisa Donato Cosi, coordinatore regionale del NurSind – Ci dicevano che i contagi avvenivano fuori dal lavoro, ma non era così. I colleghi dall’ospedale andavano direttamente a casa, senza avere contatti con i familiari, attuavano tutte le precauzioni; dormivano in garage, ma continuavano a contagiarsi".
Le mascherine non filtravano correttamente, quindi anche sul luogo di lavoro, bardati da capo a piedi, finivano per contrarre il virus. "Prima abbiamo chiesto le mascherine Ffp2 e Ffp3: non potevamo lottare in corsia con le semplici chirurgiche – prosegue Cosi – Abbiamo chiesto a gran voce di lavorare in sicurezza ma quando sono arrivate le mascherine richieste qualcosa continuava a non quadrare. I contagi erano sempre tanti e non avvenivano fuori dall’ospedale".
Oggi emerge la verità. Alcune forniture di Ffp2 distribuite anche a medici, infermieri e Oss a diretto contatto con i pazienti contagiati, non erano a norma. "Quando questo incubo terminerà grazie alla campagna vaccinale, chiederemo il conto anche di questa indifferenza".