DARIO CRIPPA
Cronaca

Monza, l’ex allieva malata di leucemia ritrova la sua maestra dell’ospedale 35 anni dopo. “L’emozione ci ha travolte”

Da Napoli alla Brianza per curare la malattia, Annalisa Prevete ha conosciuto Stefania Fiorucci in una stanza dell’ospedale San Gerardo. E ora si sono ritrovate

A sinistra, Annalisa Prevete. A destra, Stefania Fiorucci

A sinistra, Annalisa Prevete. A destra, Stefania Fiorucci

Monza – Nella stanza d’ospedale c’è una bambina di 8 anni. Sta male, ha la leucemia, le hanno dato poche speranze a Napoli e i genitori l’hanno portata a Monza, all’ospedale San Gerardo, dove c’è una squadra di medici e infermieri che fa miracoli. La piccola si sente sola, ma a infonderle coraggio c’è una ragazza, ha 26 anni. Ed è la sua maestra in corsia: "Oggi ti leggerò una storia, non preoccuparti". Quella bimba è cocciuta, ci crede, studia. E piano piano risponde alle cure. Guarisce. E oggi, dopo 35 anni, è riuscita a ritrovare quella maestra, quell’angelo che quando era piccola l’aveva aiutata a non perdere un anno di scuola e soprattutto le speranze.

Annalisa Prevete oggi ha 42 anni, fa la tata e vive in provincia di Grosseto. E non può dimenticare quei dieci mesi, i più difficili della sua vita. Ha pubblicato un annuncio su Facebook, (sul Gruppo “Sei di Monza se...") per cercare. E il miracolo è avvenuto: la dolce maestra si è materializzata. E le due donne hanno potuto riallacciare quel legame, solo al telefono per ora.

Stefania Fiorucci, 60 anni, che l’anno prossimo andrà in pensione, si commuove: "Siamo rimaste al telefono per un’ora e mezza". "A Napoli – ricorda la ex bimba – dissero che ero molto grave, ma non sapevano che fare. Mi portarono a Genova, poi all’ospedale di Monza, che ancora ringrazio. Ricordo il viaggio, il sole di agosto. Mia mamma aveva appena scoperto di essere incinta e mio padre doveva restare a Napoli per accudire il mio fratellino di 4 anni e mezzo. Quando venivano a trovarmi piangeva...".

Annalisa sta quasi un anno in terapia, "ero timida, un po’ chiusa, avevo perso tutti i capelli". Ma ce la fa. E un tassello fondamentale nel processo di guarigione lo gioca la giovane maestra. L’idea del Comitato Maria Letizia Verga di una scuola in ospedale funziona.

"Andavo a trovarla tutti i giorni – ricorda la maestra –, in corsia e anche al residence dove la sua mamma aveva affittato una stanza. Non potevo mancare, ero il suo unico contatto con un mondo al di fuori della malattia e della sofferenza… e anche per me è stata l’esperienza più forte, difficile e sconvolgente della mia vita. Ritrovare quella bambina a distanza di 35 anni è stata un’emozione incredibile".

Stefania Fiorucci oggi ha 60 anni e insegna ancora nella stessa scuola elementare dove aveva iniziato. "Ero giovanissima, avevo solo 26 anni e attraversavo un momento particolarmente positivo della mia vita. Avevo appena iniziato a lavorare, di lì a pochi mesi mi sarei sposata... e mi chiesero se ero risposta a insegnare anche in ospedale, un nuovo progetto per i bambini dei reparti di Emato-Oncologia Pediatrica. Fu una scelta che mi cambiò la vita".

"Una persona dolcissima, e tosta – chiosa Annalisa –. Mi incoraggiava, sapeva spronarmi. Ricordo la sua voce che infondeva calma e tranquillità, quando stavo malissimo per le terapie, e continuavo a vomitare, arrivava e mi dava coraggio". Nasce un rapporto meraviglioso. "Ci siamo scritte per anni. E quando tornavo a Monza per i controlli, mi fermavo a mangiare a casa dei suoi genitori". Intanto Annalisa si sposa, si trasferisce in Toscana, si fa una famiglia e partorisce una figlia che oggi ha 13 anni. Le lettere si perdono e anche gli indirizzi.

"Finché ho deciso, senza dir niente a nessuno, di provare a cercarla". La maestra viene sommersa di messaggi. Tantissime persone la conoscono. "Io non sono social – precisa la maestra –, ma il mio telefonino ha cominciato a essere bombardato di messaggi e telefonate. A scuola sono venuti a cercarmi e a farmi vedere l’annuncio di Annalisa…. l’ho letto 10 volte". Alla fine, le due donne si ritrovano. "Voglio abbracciarla: è una persona meravigliosa", dice emozionata Annalisa. La maestra Stefania riflette: "In ospedale ho capito quali erano le cose davvero importanti nella vita. Spesso, quando vedevo bambini così piccoli stare male, correvo a piangere". La telefonata con la “sua” ex bambina è stata emozionante: "Mi ha anche spedito una sua foto – dice la maestra –. L’ho riconosciuta subito, il sorriso, quella bocca". E Annalisa: "Io ho riconosciuto subito la sua voce… l’avrei fatto fra mille, è ancora la stessa che ricordo di quando ero bambina". E adesso? "Appena sarò in pensione – promette la maestra – andrò a trovarla".