
di Dario Crippa
"Una volta ha preso palla e ha scartato tutta la squadra avversaria. È partito dalla nostra area di rigore ed è andato fino in fondo. Matteo Pessina era così, aveva una marcia in più, era il migliore. E ricordo che con la palla fra i piedi faceva... un botto di gol. Sono contento sia arrivato fino a qui, non seguo più molto il calcio, studio per diventare osteopata e mi sono allontanato un po’ da questo ambiente. Non ho nemmeno mantenuto i contatti con Matteo, chissà se lui si ricorda ancora di me…, ma mi fa piacere vedere la Nazionale agli Europei di calcio e pensare che, quando ero piccolo, ho giocato per qualche anno con lui".
Mattia Colombo ha 24 anni, gli stessi di Matteo “Teo” Pessina, ed è uno dei più “vecchi” compagni di squadra di quello che dall’altra sera è diventato il "ragazzo d’oro", come lo ha definito anche il sindaco Dario Allevi, amico di famiglia.
I ricordi di Mattia, come premette lui stesso, possono essere imprecisi, ricordi di bambino, ma sulla pagina del sito ufficiale de La Dominante, la storica società in cui Matteo Pessina è entrato quando aveva ancora soltanto 5 anni, campeggia una fotografia molto significativa: è il primo cartellino “firmato”, con la grafia nitida e tondeggiante da bambino, da Matteo Pessina. Stagione 2005-2006, categoria PulciniEsordienti. Gli stessi occhi, lo stesso sguardo determinato. La Dominante, affiliata al Milan, due anni fa ha festeggiato i 90 anni di attività e, naturalmente, è molto fiera di aver tenuto letteralmente a battesimo la nuova stellina della Nazionale. Giorgio Fontana, direttore generale della società, è orgogliosissimo: "È stato da noi cinque anni, dai Primi Calci, e si capiva che era un predestinato. Bravissimo con i piedi, ma soprattutto di testa. Era disciplinato, aveva un’ottima famiglia alle spalle, ma di ragazzi di talento ne ho visti tanti nella mia vita, eppure solo quelli con una determinata mentalità riescono a emergere. Ne ho visti parecchi perdersi per strada, Teo no, si capiva che avrebbe fatto grandi cose. Era bravo anche a scuola, ci teneva". Fontana fa un sospiro: "Quando all’inizio sembrava lo avessero tagliato dagli Europei, ci sono rimasto male… ma quando invece all’ultimo è stato convocato sono stato contentissimo: uno dei nostri ragazzi ce l’aveva fatta. Alla Dominante (lo dice anche il libro “90° La Dominante, novant’anni senza paura” di Sergio Gianni, pubblicato nel 2019 dalla società), hanno iniziato ragazzi come Davide Pinato (portiere di Monza, Milan e Roma, ndr) o Graziano Battistini (Udinese e Verona, ndr), Matteo è sicuramente uno dei più talentuosi, gli abbiamo dedicato una sezione nel nostro libro celebrativo. Anche da piccolo era molto puntiglioso e attento. Tante società lo volevano, il nostro responsabile del settore giovanile Mauro Bianchessi voleva portarlo all’Atalanta, ma la famiglia ha preferito farlo crescere a Monza. E anni dopo ancora con Bianchessi lo avrebbe trovato al Milan…".
"Lo chiamavamo “Pes” - ricorda ancora Mattia Colombo -: era una spanna avanti a tutti, in campo abbiamo giocato assieme 3-4 anni.
Noi giocavamo come bambini, ma lui no, era di un’altra pasta. Educato, disponibile, rispettoso, ascoltava sempre le indicazioni del mister: ricordo che una volta mio padre ( Piermassimo Colombo, oggi vicepresidente della Dominante, ndr) mi disse: guarda quel ragazzo, un giorno farà grandi cose".