Monza – "Siamo ormai una riserva indiana". I cittadini di Sant’Albino affidano a due video il loro disagio, mentre le ruspe cominciano a preparare il terreno per il nuovo insediamento industriale di via Pompei, il quarto capannone che andrà a ingrandire il sito produttivo di Elesa. "Là dove c’era l’erba ora c’è il cemento – denunciano – mentre delle dovute compensazioni per ora sappiamo quasi nulla: l’erba scompare e il cemento avanza rovente. Tra l’altro si staranno rivoltando nella tomba anche i nostri morti, perché lì fino ai primi del 1900 c’era il nostro cimitero". L’altro video, sempre nella stessa zona, ma con tutt’altro panorama, risale a qualche mese fa. In occasione della Monza Paesaggio week indetta dal Comune, Alma Radaelli, una giovane residente nel quartiere, aveva dedicato a Sant’Albino un video poetico sul tema “Come eravamo, come siamo, come potremmo essere“.
Dove ora si accumulano caldo e cemento il video riprende il bosco, prima che sparisca, l’ombra e il fresco degli alberi fra il cinguettio dei passeri e il tubare delle tortore che si spengono e lasciano il posto al sordo rumore del traffico di viale Industrie. Sei le richieste dei cittadini per l’utilizzo di 1 milione di euro destinato alle compensazioni. Al primo punto la richiesta che l’azienda realizzi la pista ciclopedonale secondo il tracciato previsto dal Biciplan del Comune di Monza. La seconda è che il tratto terminale della pista ciclopedonale che congiunge via Marco D’Agrate (estremità a nord del parco giochi) e via Adda (orti condivisi e area agricola del quartiere) sia realizzato all’interno dell’area del piano attuativo, portando questa fascia ad almeno 10 metri e non andando ad intaccare l’area sud che deve rimanere ad uso agricolo.
Al terzo punto la richiesta che la strada di collegamento tra via Pompei e via Fontana venga realizzata più a nord per non creare problemi di sicurezza soprattutto la sera. La quarta richiesta è a proposito della monetizzazione a titolo di compensazione ambientale: il comitato chiede che i fondi vengano utilizzati per trasformare definitivamente in area ad uso parco la zona fra via Marco D’Agrate e via Ferrucci. Quinto punto, che il deposito della Net venga trasformato, anche quello, in zona parco. Infine al sesto punto il Comitato chiede che l’azienda piantumi alberi. Infatti i nuovi posti di lavoro comporteranno aumenti di pendolari che si muoveranno, molto probabilmente, in auto peggiorando la qualità dell’area del quartiere. Tanti i problemi che affliggono il quartiere e che i cittadini ricordano, come l’assoluta mancanza di ombra in piazza Pertini, che sarebbe un utile punto di ritrovo nella calura estiva.
"Avevamo chiesto dei bersò ombreggianti ma non si sono visti – sottolineano – Le piantine in vaso non bagnate sono morte. L’anno scorso ci ha pensato di propria iniziativa un cittadino volontario. Quest’anno l’assessora Turato aveva garantito adeguate innaffiature. Nulla di fatto". Anche in quella che dovrebbe essere la biblioteca sono state messe solo due poltroncine usate, così due cittadini per volta, due volte alla settimana (lunedì e venerdì mattina) si possono sedere a leggere. I libri non sono forniti dal Comune ma raccolti dal Comitato di quartiere Sant’Albino e ammassati in cassette di plastica perché né la precedente né l’attuale amministrazione hanno saputo procurare scaffali in cui riporli. Mentre i cittadini avevano chiesto più volte una biblioteca contro il disagio sociale.
Degrado richiama sconforto e abbandono, e così anche fuori dal centro civico si accumulano rifiuti e olio esausto sparso per terra.