STEFANIA TOTARO
Cronaca

La truffa dello chalet di lusso: "Un anticipo di 7.200 euro ma era la casa di uno scozzese"

"Me lo aveva chiesto una mia facoltosa cliente per 10 persone nella settimana di Capodanno". Il destinatario finale delle somme, un siciliano, è stato condannato a 18 mesi di reclusione. .

La truffa dello chalet di lusso: "Un anticipo di 7.200 euro ma era la casa di uno scozzese"

La truffa dello chalet di lusso: "Un anticipo di 7.200 euro ma era la casa di uno scozzese"

Una truffa dietro l’affitto tra privati da un noto sito online di un lussuoso chalet con 5 camere a Chamonix dove trascorrere il Capodanno. A farne le spese, dopo avere versato tra acconto e saldo ben 7.200 euro nel 2018, una 60enne brianzola socia di un’agenzia di viaggi.

Ora il Tribunale di Monza ha condannato a 18 mesi di reclusione con la pena sospesa, ma subordinata al pagamento di 10mila euro tra risarcimento dei danni e spese legali alla vittima parte civile al processo, un 52enne nato a Catania e residente nella stessa provincia, identificato dai carabinieri come il destinatario delle somme su una carta prepagata a lui intestata. "Una mia affezionata e facoltosa cliente mi aveva chiesto di trovarle una casa in montagna per 10 persone per la settimana di Capodanno e sul noto sito di affitti ho trovato quello chalet - ha raccontato in aula la 60enne - L’offerta era corredata da molte recensioni positive sia di italiani che di stranieri. Ho contattato quello indicato come il proprietario, che mi ha inviato foto sia dell’esterno che dell’interno dello chalet. Ho mandato un acconto di 1.500 euro e un mese prima della partenza ha voluto il saldo, dopo avermi dato il nome e il numero di telefono della persona che avrebbe consegnato le chiavi della casa". Dopo il secondo pagamento, però, i recapiti telefonici sono risultati inattivi. "Ho telefonato al Comune di Chamonix per avere informazioni sullo chalet e mi hanno dato il riferimento di uno studio di architettura che lo aveva ristrutturato, dove ho scoperto che lo chalet apparteneva a uno scozzese e che le foto relative agli interni non corrispondevano". Era scattata la denuncia. Per l’agente di viaggi, oltre al danno economico, anche quello professionale. "Alla mia cliente all’ultimo momento ho dovuto trovare un hotel molto più costoso e da allora non l’ho più sentita", sostiene la parte civile.

La difesa dell’imputato sostiene che quei bonifici non erano legati allo chalet messo in affitto sul sito specializzato a cui, comunque, l’agente di viaggio avrebbe dovuto rivolgersi per prendere informazioni sulla bontà dell’annuncio pubblicato e anche recarsi sul posto a controllare di persona prima di procedere con i pagamenti.