Misinto (Monza e Brianza) – Un bicchiere d’acqua sporca e la carcassa di un petardo esploso in casa: è tutto quel che resta dell’ennesimo raggiro a domicilio con la tecnica del finto operaio dell’acqua e del finto vigile, messo a segno stavolta a Misinto. Un colpo che ha fruttato un bottino cospicuo, fatto di ori e gioielli dei ricordi di una vita di una coppia di ottantenni. L’episodio risale all’altra mattina in via 8 Marzo e a raccontarlo è stata la figlia della coppia, Alessia, che non si dà pace per avere ritardato il quotidiano appuntamento con i genitori, a causa di una commissione.
"Evidentemente mi hanno curata, ogni giorno passo di lì a quell’ora. Quel mattino non ho fatto in tempo e sono entrati in azione" racconta. Il primo a suonare il campanello di casa viene descritto come un uomo minuto, pelle olivastra occhi a mandorla, mascherina sul viso, tuta scura e pettorina arancione. "Stiamo lavorando al cantiere là in fondo, vede? Si è rotto un tubo dell’acqua e sono entrate delle sostanze pericolose dobbiamo controllare dal rubinetto".
L’errore fatale è quello di aprire il cancello. Alla prova del rubinetto, guarda caso, l’acqua è giallognola. La padrona di casa dice di voler chiamare i vigili per sicurezza e a quel punto entra in gioco il secondo truffatore, vestito da vigile. Quando la donna dice di non averlo mai visto in paese, l’uomo in divisa si indispettisce pure: "Le ho mostrato il distintivo, guardi che se chiama in Comune rischia una denuncia (!)". A quel punto l’anziana donna, comprensibilmente, va in difficoltà e comincia ad assecondare i due delinquenti.
Parte la solita manfrina: "ci sono sostanze pericolose nei tubi, se avete oro in cassaforte dovete metterlo tutto in un sacco" dicono. Nel frattempo la casa viene inondata di un forte odore dovuto probabilmente a qualche prodotto versato appositamente dai due delinquenti che la figlia troverà anche al suo arrivo. La donna esegue le indicazioni, riempie il sacco di oro e gioielli ma poi ha ancora l’istinto di tenersi addosso stretta il sacchetto e a questo punto i truffatori si giocano l’ultima carta, quella dei botti: vengono fatti esplodere dei petardi.
"Attenzione, scoppiano i tubi, mi dia l’oro, presto" sono le ultime parole che ricorda la donna, prima che il sacco nero le venga praticamente strappato di mano. Poi tanta confusione e un’unica certezza: i due soggetti sono spariti, forse ad attenderli appena girato l’angolo c’era un terzo complice in auto. Con loro anche tutti gli oggetti preziosi infilati nel sacco.