MONICA GUZZI
Cronaca

La manovra in Regione Servono altri 600 milioni per costruire Pedemontana

Aumento del capitale e prestito subordinato in conto soci sul tavolo delle commissioni. Occorre far fronte a costi lievitati per l’inflazione, tassi d’interesse e alcune opere non coperte.

La manovra in Regione Servono altri 600 milioni per costruire Pedemontana

di Monica Guzzi

La Regione apre il portafogli e mette altri 606 milioni nel maxicantiere di Pedemontana, in particolare a garanzia della copertura economica delle tratte B2 e C, da Lentate sul Seveso a Vimercate, i cui lavori partiranno entro la fine dell’anno con l’obiettivo di vedere la luce in tempo per i Giochi olimpici invernali del 2026.

È quanto prevede la manovra di assestamento al bilancio 2023-2025 della Regione, arrivata in questi giorni sui tavoli delle commissioni consiliari. I nuovi fondi sono destinati all’aumento di capitale sociale e al prestito in conto soci a favore di Autostrada Pedemontana Lombarda Spa, finalizzato, si legge nella relazione illustrativa, "a implementare la copertura economica per le Tratte B2 e C e per le relative opere connesse di imminente realizzazione".

La Regione Lombardia, in qualità di soggetto controllante, "sostiene, in coerenza con i propri atti programmatori, la realizzazione del Sistema Viabilistico Pedemontano Lombardo, quale infrastruttura strategica per il territorio regionale con una spesa complessiva pari a 606 milioni, in un arco temporale di 9 anni, costituita per 175 milioni di euro da un prestito subordinato in conto soci e per 431 milioni di euro di aumento del capitale sociale. La Giunta dovrà disciplinare le modalità, i tempi e le condizioni per l’erogazione, la remunerazione e la restituzione di tali risorse".

Tre fattori pesano sull’aumento della spesa complessiva, determinata "in un contesto di grande volatilità", "sulla base delle migliori stime attuali effettuate da Apl Spa". Anzitutto la stima degli extra costi legati "all’eccezionale livello dell’inflazione ed alle conseguenti ricadute sui prezzi dei materiali, con particolare riferimento alla realizzazione delle tratte B2 e C, di cui è in corso la progettazione esecutiva". C’è poi la "dinamica dei tassi di interesse come conseguenza delle fluttuazioni dei mercati finanziari, a fronte del servizio del debito per il reperimento della provvista finanziaria per la realizzazione delle tratte B2 e C". Già il presidente di Apl Luigi Roth l’aveva detto in audizione: "Noi paghiamo alle banche un milione di euro di interessi al mese. Questa cosa mi ha fatto rabbrividire, ma so che è così".

Infine, una serie di opere non previste "nel perimetro del finanziamento delle tratte B2 e C". Una scelta strategica per la maggioranza che guida Palazzo Lombardia, come ribadito nella relazione illustrativa all’articolo 6: "È infatti necessario rafforzare le connessioni nell’area pedemontana e sgravare il nodo di Milano dai flussi di attraversamento riconducibili a relazioni di scala nazionale-regionale (da Malpensa alla A4, ndr), anche attraverso il potenziamento della rete autostradale".

Non ci stanno le opposizioni, da tempo critiche sul grande cantiere autostradale, anche se con sfumature diverse.

"È come il ponte sullo Stretto – dice il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Nicola Di Marco –. Non serve a nulla, per noi le priorità sono altre: raddoppiare le linee ferroviarie, prolungare le metropolitane, fare nuove tranvie. Una nuova autostrada con questi costi esorbitanti non serve".

Promette battaglia anche il consigliere regionale del Pd Gigi Ponti: "Mentre l’Europa continua a chiedere di potenziare il servizio di trasporto pubblico, noi finanziamo il sistema privato, perdipiù introducendo le tariffe. Intanto mancano soldi per il Tpl, sulla tranvia della Comasina non ci sono ancora risposte. Chiederemo di mettere le risorse sul trasporto pubblico e di finanziare l’azzeramento delle tariffe per Pedemontana. A questo punto – conclude il consigliere dem brianzolo – è il minimo".