La leggenda del fantasma nel pozzo

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di Fabio Luongo

La leggenda vuole che sia abitato da uno spettro, chiamato il fantasma del pozzo.

Uno spirito che di notte vagherebbe tra i cunicoli, in cerca dell’uscita, emettendo un lamento che sembra arrivare dalle viscere della terra.

La voce girava nel secolo scorso tra gli operai addetti alla manutenzione, nata molto probabilmente dal rumore provocato dal gorgogliare dell’acqua, amplificato dal silenzio notturno e dalle cavità del luogo.

La storia dice invece che a crearlo, nei primi anni Trenta del ‘900, furono alcuni imprenditori locali, che si tassarono per 100 lire a testa così da dotare la città di un secondo impianto per il pescaggio delle acque. Oggi è un luogo suggestivo, un tesoro storico e architettonico che scende per 15 piani sotto terra, arrivando fino a una profondità di 53,8 metri sotto il livello della strada.

È l’antico “pozzo numero 2“, l’affascinante pozzo artesiano costruito nel 1934 dalla Cooperativa Acqua Potabile all’inizio di via San Giorgio, attualmente di proprietà di BrianzAcque. Esempio prezioso e assolutamente intatto di ingegneria idraulica di inizio Novecento, è rimasto per lungo tempo inaccessibile e quindi sconosciuto ai più, fino a quando negli anni scorsi è stato reso visitabile in occasione dell’iniziativa Ville Aperte. Collocato all’interno di un edificio circondato da un piccolo giardino, è perfettamente funzionante, in ottimo stato di conservazione, dotato di argano, con una scala a chiocciola che scende per quasi 54 metri con mattoni a vista, realizzati nella fornace di Briosco, a rivestire le pareti, tutti originali e d’epoca.