La Giusy, cent’anni: "Ai miei tempi passava il tram con gli operai Pirelli"

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Giuseppina Melzi, classe 1922, meglio conosciuta a Sant’Albino come ’la Giusy’, è la vera memoria storica dell’antico borgo, di cui ricorda ogni volto come fosse oggi. È sempre vissuta nella casa di cortile di via Adda, dove è nata, con altre 7 sorelle e 2 fratelli. Erano i tempi in cui da Sant’Albino passava il tram, la linea Vimercate-Milano, che portava i pendolari verso la Pirelli. Fa effetto ricordarlo adesso che il quartiere lamenta difficoltà di collegamenti. In verità anche all’epoca verso Monza c’era solo un autobus il giovedì mattina, giorno di mercato, per il resto il centro si raggiungeva o con il calesse o a piedi.

Ecco perché nell’immaginario collettivo, è rimasto il modo di dire "vado a Monza" per indicare gli spostamenti in centro. Tutta la vita si svolgeva attorno alla chiesa, un minuscolo edificio delle Cascine Bastoni dove catechismo e celebrazioni vedevano uomini e donne rigorosamente separati. Sant’Albino era il quartiere più povero, con parecchie strade non asfaltate. Giusy ricorda la scuola elementare di San Damiano fino alla quarta classe e a Sant’Albino in quinta: "Eravamo in piena epoca fascista: quando entrava la maestra si faceva il saluto a mano alzata e al sabato partecipavamo agli incontri delle Piccole italiane", evoca distintamente. "In tram arrivavano i fascisti e poi il duce da Milano, come i carri di passaggio con le merci, sulla via per Imbersago. Si fermavano a Sant’Albino a fare sosta all’Osteria del Barbun, il signor Riva con una lunga barba, a mangiare la busecca. In settimana si mangiava minestra e solo la domenica il risotto". Ricorda il lavoro alla Marzotto e alla Frette, le grandi tessiture della zona e la biblioteca parrocchiale, di cui è stata responsabile per decenni e dove si vendeva anche la cosidetta ’buona stampa’. La zona è stata solo marginalmente toccata dai bombardamenti, più frequenti a San Damiano, sede di stabilimenti Pirelli. C.B.