STEFANIA TOTARO
Cronaca

La escort non gli piace e il cliente la rapina

A processo un ingegnere che con un amico avrebbe malmenato la ragazza pretendendo la restituzione dei soldi e rubandole la pochette dei trucchi

di Stefania Totaro

Aveva voluto concludere insieme a un amico la serata con le prestazioni sessuali di una escort. Ma quando l’ha vista di persona, si è accorto che la donna non era avvenente come nelle foto pubblicate sul sito di incontri e ha rivoluto indietro i 100 euro che aveva già pagato. Ora un ingegnere informatico 40enne brianzolo e incensurato si ritrova imputato di rapina, ma ha denunciato la giovane per calunnia e il fratello di lei per favoreggiamento della prostituzione. Secondo la pubblica accusa, rappresentata dal pm della Procura di Monza Giovanni Santini, l’uomo "trovandosi all’interno dell’abitazione" di Vimercate della vittima di rapina, una ecuadoriana 28enne residente nel Varesotto, "dopo essersi rifiutato di andarsene nonostante le ripetute richieste della donna", la afferrava "con forza per un braccio e la scaraventava a terra" e "si impossessava della sua borsa" che conteneva la somma di 300 euro, che si trovava appoggiata su un tavolino e si dava alla fuga "spintonando nuovamente la donna". "Mi hanno picchiata, avevo il labbro rotto e un braccio e una gamba blu per le botte", ha detto ieri in aula la 28enne, che non si è costituita parte civile al processo, dove hanno dovuto accompagnarla i carabinieri per testimoniare. Così come suo fratello. "Ero sotto casa e ho visto che uno la teneva ferma e l’altro la picchiava". Ma l’imputato sostiene che quella sera del 9 ottobre del 2019 le cose sono andate diversamente. E ieri le ha raccontate in aula. "Ero andato a cena dal mio amico che ha un ristorante e abbiamo deciso di chiamare una ragazza da un sito di incontri. Abbiamo preso appuntamento, ma quando siamo arrivati a Vimercate non era la persona vista sulle foto, faceva schifo.

Allora le abbiamo detto che non volevamo fare niente e che ce ne andavamo, il mio amico è uscito subito dall’appartamento, mentre io le avevo già dato i 100 euro pattuiti e li volevo indietro. Lei si è rifiutata iniziando a urlare e improvvisamente è spuntato nell’appartamento un uomo che poi abbiamo saputo essere il fratello della ragazza. Allora me ne sono andato ma prima ho preso una pochette dove pensavo tenesse i soldi invece c’erano solo dei trucchi. Ho raggiunto il mio amico per strada e lui mi ha convinto ad abbandonare la pochette e andarcene". Sentito al dibattimento anche il brigadiere dei carabinieri di Vimercate che ha raccolto la denuncia della giovane. "Prima ha detto di essere stata rapinata in strada, due giorni dopo è tornata dicendo di non avere detto che era successo in casa perché voleva nascondere la sua attività. Mi ha mostrato un grosso livido su un braccio". Si torna a settembre per la sentenza.