Csi Brianza, ecco il kit portatile per il dna

Lorenzo Colombo ha inventato Bcube, prima piattaforma per l’analisi

Lorenzo Colombo tra il vicegovernatore della Lombardia Fabrizio Sala e Stefano lo Priore

Lorenzo Colombo tra il vicegovernatore della Lombardia Fabrizio Sala e Stefano lo Priore

Besana Brianza, 21 luglio 2019 -  Quattro anni di lavoro, di perfezionamento della sua creatura e di test: il besanese Lorenzo Colombo, ingegnere fisico e amministratore della startup Hyris, è riuscito con il suo staff a creare la prima piattaforma portatile per l’analisi del dna. Al mondo in tanti si sono cimentati in questa ricerca prima di lui, ma con magre soddisfazioni. Lorenzo Colombo non nasconde la sua soddisfazione, ma non è una di quelle persone che si gonfiano il petto: «L’analisi del dna – racconta il brianzolo – era già possibile e diffusa in molti istituti di ricerca. Ha anche molte applicazioni nella quotidianità. Il nostro risultato è stato quello di renderla possibile con una piattaforma portatile».

Si chiama Bcube, vista la sua forma, ed è a tutti gli effetti un laboratorio analisi di piccole dimensioni. Molto piccole: 10x10x12 centimetri, il tutto per un peso complessivo di pochissimo superiore al chilo. Il costo è di circa 7.500 euro, ai quali bisogna aggiungere altri importi, dai 28 mila fino ai 60 mila euro, per le sofisticate attrezzature. Scoprire cosa contiene oltre a essere praticamente top secret e cosa da addetti ai lavori: si tratta di algoritmi e di processi biochimici. All’utente finale, tutto sommato, interessa soltanto una cosa: la semplicità d’uso e la grande precisione.

«Su quella - commenta Lorenzo Colombo – non ci sono proprio dubbi. È davvero un apparecchio alla portata di tutti. Basta utilizzare un normale smartphone, o comunque un computer connesso a Internet, e inserire nella finestra i campioni di materiale biologico con i rispettivi reagenti. Il risultato è perfetto e, grazie proprio a Internet e alla tecnologia, i dati possono essere automaticamente salvati in un cloud e quindi facilmente condivisi con tutto il mondo».

La sua funzione? Molto semplice: può essere utilizzato per testare campioni di piante, animali, cibo o anche campioni umani per andare a ricercare la presenza di eventuali malattie, o particolari patogeni, o ancora per autenticare le materie prime. Per esempio è in grado di dirci se un prodotto che troviamo in vendita in un negozio o in un supermercato corrisponde effettivamente a quanto dichiarato.

«L’idea di lanciarci in questa avventura – afferma il besanese – è stata di Stefano Lo Priore, managing director dell’azienda. È stato lui, forte dell’esperienza acquisita negli Stati Uniti, a propormi questo progetto. Confesso che all’inizio ero molto titubante e non è stato facile accettare, per quanto potesse essere una sfida affascinante. Del resto si trattava di lasciare un posto fisso in una multinazionale per iniziare un nuovo percorso senza avere ovviamente alcuna certezza della riuscita finale».

Tenacia, intuizioni, intelligenza, competenza, hanno portato a ottenere nel centro milanese di corso Garibaldi un risultato unico al mondo. «Il merito va suddiviso tra tutti – dichiara Lorenzo Colombo – ci siamo mossi realmente come un vero team, ognuno portando il suo valore aggiunto. Mi riferisco a Giulio Maleci (ex top manager Olivetti, ora angel investor), Davide Formenti (ingegnere biomedico), Pietro Chiaffoni (ingegnere elettronico e capo progettista), Isabella Della Noce (dottorato in biotecnologie e responsabile del team di biologia molecolare), Erica Vaiani e Francesco Buongiorno, entrambi laureati in biotecnologie. Nucleo storico a cui negli anni si sono aggiunti anche Giuseppe Nicoletti e Simone Romano, anche loro specializzati in biotecnologie.

Tutta gente giovane ma di grande talento: l’età media di tutta l’équipe è di poco più di trent’anni.

Proprio in questi giorni ha voluto complimentarsi con lo staff della Hyris il vicegovernatore della Lombardia, Fabrizio Sala, che ha la delega all’Innovazione e all’Internazionalizzazione delle imprese «È motivo di orgoglio per noi sapere che si tratta di uno strumento interamente realizzato in Italia e al novanta per cento proprio nella nostra regione. Tra i nostri principali obiettivi c’è proprio quello di trattenere sul territorio questi progetti e i nostri talenti, apprezzati e invidiati in tutto il mondo».