Jordan Jeffrey Baby, l'avvocato: "Lo conosco sin da bimbo. Non è violento, è debole"

Il legale Biagio Ruffo difende il trapper Jordan Jeffries Baby fermato per la rapina con insulti razzisti a un nigeriano alla stazione di Carnate

Jordan Jeffrey Baby

Jordan Jeffrey Baby

Carnate (Monza) -  «Lo conosco da quando aveva 4 anni e, come penalista, lo seguo dal 2018… da quando ha cominciato ad avere guai con la Giustizia". Biagio Ruffo è qualcosa di più che l’avvocato di Jordan Jeffrey Baby, al secolo Jordan Tinti, 25 anni, sottoposto a fermo per una rapina a sfondo razziale, in concorso con un altro trapper, ai danni di un operaio nigeriano alla stazione ferroviaria di Carnate.

Ruffo è quasi un amico di famiglia ("seguivo già il suo papà, bravissima persona"). E ora si trova a difendere il suo giovane cliente "in una causa molto delicata". Rimasto senza madre sin da piccolo ("la mamma era sparita lasciandolo al padre"), è stato cresciuto "con molta attenzione e sani principi dal papà", un operaio con un’invalidità civile importante.

«Ma Jordan non è mai stato un violento e nemmeno un razzista - precisa il legale -. Anzi nelle sue prime canzoni si è sempre schierato dalla parte degli ultimi e dei diversi. Anzi, la prima volta che ebbi a che fare con lui in un’aula giudiziaria fu perché… era stato aggredito da un energumeno dopo una lite stradale".

Tutto sembra cambiato negli ultimi anni. "Da quando si è avvicinato alle scena trap ha cominciato a farsi influenzare, è un debole e si è lasciato trascinare. Ma ha sempre preso lui gli schiaffi....". A Napoli aveva girato un video mentre insultava le forze dell’ordine ballando sopra il tetto di una macchina dei carabinieri. Aveva ripreso con una telecamere e postato su Instagram il rapporto sessuale con una ragazza. A Monza era stato denunciato all’inviato di Striscia la notizia Vittorio Brumotti, dopo le minacce e gli insulti che gli aveva rivolto su internet. La sezione misure di prevenzione del tribunale aveva disposto per lui la sorveglianza spciale per un anno ritenendolo individuo "socialmente pericoloso".

Tutti procedimenti ancora aperti. "Il caso di Revenge Porn a Pordenone deve ancora arrivare in Tribunale, per il caso di Striscia a Monza si sono concluse le indagini, ma ancora non è stata fissata alcuna udienza".

L’avvocato si guarda bene dal negare le accuse. Ma fa un distinguo: "Stiamo parlando di un ragazzo fragile, alle sue spalle c’è una grande debolezza e paura. Ecco perché per quanto riguarda quanto accaduto a Carnate nutro parecchi dubbi. Lui ha sicuramente ripreso con il cellulare la scena della bicicletta lanciata sui binarsi dall’altro trapper (il romano Traffik, al secolo Gianmarco Fagà, una sfilza di precedenti). Ma non lo si vede commettere nulla di violento. Ha un problema di abuso di alcol e sostanze stupefacenti, è seguito dai servizi sociali di Bernareggio, comune in cui è andato ad abitare e dove ha la residenza. Ha sempre avuto problemi a relazionarsi con gli altri, da quando si è riempito di tatuaggi questo suo problema si è acuito, se ne è lamentato anche col sottoscritto, anche se ovviamente la responsabilità come gli ho sempre detto è tutta sua…".

Soldi? "Ne ha avuto un po’ per le mani qualche anno fa quando sembrava aver sfondato con la musica trap, ma ormai non è così da un pezzo: vive di espedienti, si fa ospitare un po’ qui e un po’ là". E lo aiuta suo papà, "quest’anno mi ha detto che non sarebbe nemmeno andato in vacanza". All’udienza di convalida del fermo l’avvocato Biagio Ruffo neppure c’era ("per un errore il Tribunale non mi ha avvertito, l’ho saputo soltanto dopo"), ma "conto di andare in carcere quanto prima a trovarlo (forse già oggi, ndr ). Dovremo studiare una linea di difesa".