
Limbiate, il sindaco Antonio Romeo
Limbiate (Monza e Brianza) – Antonio Romeo, 65 anni da compiere e dicembre, è al quarto mandato da sindaco di Limbiate, carica assunta per la prima volta nel 2001 e da cui si è “assentato” solo tra il 2011 e il 2016, con due parentesi da consigliere regionale, prima nel 2012 e poi ancora nel 2015. All’ultima tornata elettorale nel 2021, ha raccolto il 71,27% dei consensi. Originario della Calabria, limbiatese da sempre, in consiglio comunale fin da giovanissimo, studio da commercialista all’ultimo piano di un’antica villa nel centro di Limbiate, Romeo è innamorato della sua città e si infastidisce quando i comportamenti di qualcuno la mettono in cattiva luce sulle cronache.
Come si vive a Limbiate, cosa le piace di più della città? "Credo che a Limbiate si viva bene, soprattutto quando proviamo a farlo insieme da comunità, che qui è un valore ancora molto importante. Abbiamo investito molto negli ultimi anni per creare strutture e servizi pubblici, che ci sono valsi il riconoscimento dello status di città. È stata realizzata una piscina, il teatro comunale, sono stati potenziati i servizi nell’area sociale, c’è un centro anziani con iniziative in ogni quartiere, abbiamo ottime scuole superiori e l’istituto agrario è una eccellenza. Ma c’è ancora tanto potenziale. Penso a uno sviluppo compatibile con la qualità ambientale nelle aree delle cave dismesse, dell’ex Greenland o di Mombello, al recupero del centro storico. L’impegno è creare un ambiente sempre più a misura d’uomo.
Cosa le piace meno di Limbiate? "Ci sono i problemi che riguardano tutte le grandi città e le periferie, penso a situazioni di degrado e agli atti di intemperanza da parte soprattutto di gruppi di giovani. Un problema diffuso che affonda le radici in una questione di culturale, di mancanza di validi riferimenti educativi. Le amministrazioni possono intervenire fino a un certo punto se dietro manca il sostegno della famiglia".
Limbiate è storicamente città di forte immigrazione, prima dal Sud Italia, ora internazionale. Come si gestisce questo fenomeno? "È fondamentale lo sforzo per l’integrazione e il primo passo credo sia quello dell’insegnamento della lingua. Vedo con piacere che ci sono molte donne straniere che frequentano i corsi promossi anche dalle istituzioni".
C’è un suo “luogo del cuore”? "Il mio luogo sono le persone, quelle semplici che incontro per strada. Quelle strette di mano, quelle chiacchiere scambiate in strada, sono il “luogo” a cui sono più affezionato di Limbiate".
Se avesse la bacchetta magica per intervenire sulla città senza problemi di soldi e tempi, come la userebbe? "Darei un lavoro a tutti quelli che lo stanno cercando. Il lavoro porta dignità, orgoglio, libertà e toglie dalla necessità di chiedere aiuto".