DARIO CRIPPA
Cronaca

Monza, Mohamed ucciso da un pezzo di metallo caduto dalla gru. Moglie e figli tornano in Egitto

L’operaio 42enne è rimasto gravemente ferito il 24 aprile, dopo cinque giorni il decesso. L’ira della Cgil: “In quell’azienda non ci lasciavano nemmeno entrare”

Il dramma nel cantiere di Monza. Mohamed non è più tornato a casa. L’addio all’Italia della famiglia

Il dramma nel cantiere di Monza. Mohamed non è più tornato a casa. L’addio all’Italia della famiglia

Monza – Alla fine, la moglie ha preso i figli ed è tornata a casa, in Egitto. Non poteva fare diversamente, rimasta sola in Italia. Si è chiusa così, con un viaggio, la tragica vicenda di Mohamed Abdeltawwab Kamel Mabdrouk, 42 anni. Ultima vittima di un infortunio sul lavoro a Monza. La prima (e speriamo l’ultima) dell’anno. L’uomo stava lavorando nel cantiere edile di un palazzo in costruzione di via Giacosa – nell’area limitrofa all’ex cotonificio Cederna – quando era stato colpito da un pezzo di metallo caduto da una gru.

Era il primo pomeriggio del 24 aprile, poco prima delle 15: il lavoratore, residente a Milano, era stato soccorso dall’automedica e dalla Croce Verde Lissonese. A lanciare l’allarme erano alcuni colleghi. Mohamed, che aveva perso immediatamente conoscenza, era stato portato in codice rosso al pronto soccorso dell’ospedale San Gerardo. Il trauma cranico che aveva riportato si era rivelato però troppo grave. Dopo cinque giorni di agonia, era stato dichiarato il decesso del 42enne.

Addolorati e furiosi i sindacati. Come aveva spiegato Mary Ciociola, segretaria generale Fillea Cgil, "in quell’azienda non ci lasciavano nemmeno entrare. Occorrono controlli, un monitoraggio mensile per verificare che siano rispettati i criteri di sicurezza e che i lavoratori siano adeguatamente formati". L’azienda, la P.B.S. srl di Pontoglio, in provincia di Brescia, aveva aperto quel cantiere una decina di anni fa. Mohamed lavorava in subappalto per un’altra azienda di Napoli, che lo aveva assunto come operaio generico. La gru da cui si era staccato il pezzo risulta fosse stata sottoposta a ispezione appena 10 giorni prima. Mohamed era iscritto alla Cgil. E con lui anche il cugino, che lavora per la stessa azienda. "Abbiamo preso subito contatti con il cugino – aveva assicurato Mary Ciociola –: ci siamo messi a disposizione della vedova e dei quattro figli". Federica Cattaneo, della segreteria di Monza e Brianza della Cgil, aveva ricordato un tema che sta molto a cuore al sindacato: "Bisogna estendere a tutti i comuni brianzoli, quindi anche a Monza, il protocollo firmato con i sindacati e l’amministrazione comunale di Vimercate in cui si stabilisce ad esempio la presenza mensile anche nei cantieri privati degli ispettori e dei sindacati. Altrimenti mancherà sempre la formazione e informazione dei lavoratori e non potrà esserci un sistema efficace di controlli sui temi della salute e della sicurezza. Anche a livello nazionale occorre che nei contratti anche privati come quello del cantiere di via Giacosa siano previste le normative che regolano i contratti nazionali. E questo non riguarda soltanto la retribuzione dei lavoratori, ma anche la loro sicurezza. Gli ispettori sono troppo pochi e se non viene consentito a noi e alla polizia locale di entrare nei cantieri sarà difficile che cambi qualcosa".

Il conteggio di quest’anno sembrava promettere bene. Quello di Mohamed era stato il primo decesso sul lavoro dell’anno, un anno fa si era arrivati a quattro, l’anno prima a 7 e addirittura cinque anni fa si era saliti 14. Ma "non ci sono solo i morti – aveva fatto notare Federica Cattaneo – ci sono anche tutti quegli incidenti che lasciano le persone menomate". Negli ultimi cinque anni, secondo i dati di Ats Brianza e Inail, la media degli infortuni denunciati in Brianza è stata di 7.500 ogni dodici mesi su 64mila imprese e 274mila lavoratori. E le malattie professionali sono salite dalle 179 denunciate nel 2020 alle 191 del 2021 fino alle 219 del 2022.