REDAZIONE MONZA BRIANZA

Il Don Gnocchi dà voce a Sarajevo. L’incontro con chi non dimentica

Un viaggio nella ferita aperta d’Europa. Noi studenti della scuola “Don Carlo Gnocchi” di Carate Brianza, abbiamo avuto l’opportunità di...

La città fotografata dagli studenti

La città fotografata dagli studenti

Un viaggio nella ferita aperta d’Europa. Noi studenti della scuola “Don Carlo Gnocchi” di Carate Brianza, abbiamo avuto l’opportunità di partecipare a un’esperienza formativa di notevole rilevanza: un “reportage” approfondito a Sarajevo, in Bosnia-Erzegovina. Questo progetto non si è configurato come un semplice viaggio di studio, bensì come un’indagine sul campo volta a comprendere le profonde ripercussioni di un conflitto che ha segnato indelebilmente la storia e la società di quella nazione.

L’obiettivo primario di questa missione era la somministrazione di questionari alla popolazione bosniaca, al fine di raccogliere testimonianze dirette analizzando le loro prospettive sul futuro europeo della Bosnia. Tra le tante storie che abbiamo raccolto, una in particolare mi ha toccato nel profondo, rendendo questo progetto ancora più personale. Sono stata io, Arianna, a incontrare la signora Monica, di 55 anni. Nonostante i segni visibili di un’esistenza complessa, il suo sguardo rivelava una straordinaria lucidità e una notevole forza interiore.

La signora Monica ha condiviso la sua scelta di rimanere a Sarajevo durante l’assedio, mossa da un profondo legame affettivo e dalla volontà di non abbandonare il marito, pur consapevole dei rischi incombenti. Le sue parole hanno delineato un quadro vivido della quotidianità sotto assedio, delle sfide per la sopravvivenza e della disperazione che attanagliava la città. Un silenzio rispettoso ha pervaso l’ambiente mentre la signora Monica rievocava il momento più doloroso: la perdita del marito, caduto in guerra.

Questo incontro ha rappresentato per me una lezione di storia vissuta, la cui intensità supera di gran lunga quella di qualsiasi testo scolastico. Mi ha permesso di percepire concretamente le devastanti conseguenze dei conflitti, ma anche di ammirare la straordinaria capacità di recupero e la dignità di coloro che, pur avendo subito perdite, continuano a condurre la propria vita con ammirevole coraggio.

Il progetto svolto dalla nostra scuola a Sarajevo costituisce un avvertimento significativo sull’importanza di preservare la memoria storica e di favorire la comprensione tra generazioni e culture differenti. Si tratta, senza dubbio, di un’esperienza che lascerà un’impronta duratura nella formazione mia e dei miei compagni.

Arianna Cenni