I sassolini e la tristezza "Stanno vivacchiando"

L’ex concessionario: hanno fatto fallire il nostro progetto, occasione sprecata

I sassolini e la tristezza  "Stanno  vivacchiando"

I sassolini e la tristezza "Stanno vivacchiando"

"Che tristezza dopo tutto il lavoro fatto. Dire che era scritto sarebbe troppo facile. Ho solo un gran dispiacere misto a sconforto. Sarei molto più contento se la Villa Reale volasse. E invece...". Invece Attilio Navarra vede "una situazione abbastanza dormiente. La Villa vivacchia". Lo dice con l’amarezza di chi ha "creduto in un progetto pubblico-privato che, però la politica non ha voluto che funzionasse". Legale rappresentante di Nuova Villa Reale Monza (la società costituita dal raggruppamento

di imprese che aveva vinto

il concorso internazionale

per il recupero e la valorizzazione della Villa e dei giardini reali assicurandosi anche la gestione ventennale del corpo centrale della reggia finito di restaurare

nel 2014), riconosce che "quel matrimonio non è mai stato consumato. Siamo stati considerati come un inquilino che paga l’affitto e non come attore e collaboratore sinergico". Secondo Navarra "sarebbe bastato pochissimo per far funzionare le cose, invece non si è voluti andare incontro a una rivisitazione del piano finanziario". E dopo 9 anni (in anticipo di 14 anni rispetto agli accordi iniziali) l’intesa è finita. Arrivando fino in Tribunale. Oggi la società in causa con il Consorzio Parco e Villa non è più nelle mani della famiglia Navarra. "Oggi stiamo lavorando con 16 musei in tutta Italia, dagli Uffizi a Firenze aa Brera, da Palazzo Ducale a Mantova a Pompei fino alla reggia di Caserta che è un po’ la sorella grande della Villa di Monza. Ebbene – l’analisi di Navarra –, vedo che in quelle realtà sono propositivi, hanno molte idee e mille progetti. A Monza, invece, c’è poca lungimiranza, fanno il minimo indispensabile senza rendersi conto di dove stia andando il mondo museale. Ovunque c’è un passo diverso e piange il cuore a vedere come si stia buttando via la semina fatta con il restauro del corpo centrale". E il Masterplan "è solo una scusa. I contenuti principali del piano che stanno elaborando sono gli stessi che avevamo proposto noi, ma ce li hanno sempre rispediti indietro". Il risultato è "una Villa aperta un paio di giorni alla settimana, vuota, senza grandi mostre e da cui se n’è andato anche un ristorante stellato". Eppure "la politica avrebbe dovuto farla diventare la casa delle istituzioni e parallelamente promuovere un’attività culturale e di ristorazione stellate".

Marco Galvani