MARCO GALVANI
Cronaca

Guerra di milioni sul futuro della Villa Reale La Corte dei Conti: non spetta a noi decidere

La magistratura contabile rispedisce al mittente la richiesta di quantificare una cifra per liquidare il Concessionario della Reggia

di Marco Galvani

Villa Reale, la Corte dei Conti decide di non decidere. O meglio, chiarisce che non spetta a lei quantificare "il congruo valore da riconoscere al concessionario" in caso di risoluzione del contratto né tantomeno indicare, nel bilancio del Consorzio Parco e Villa, dove andare a prendere i soldi. Per la precisione 8 milioni e 307mila euro. Almeno questa è la cifra che Nuova Villa Reale (la società costituita dal raggruppamento di imprese che aveva vinto il concorso internazionale per il recupero e la valorizzazione della Villa e dei giardini reali assicurandosi anche la gestione ventennale del corpo centrale della reggia restaurato nel 2014) aveva chiesto tra penali, recupero dell’investimento e copertura dei costi "che si stima da sostenere in conseguenza dello scioglimento anticipato", nell’atto di recesso notificato nel dicembre scorso al Consorzio.

Oggetto del contendere, la mancata realizzazione del progetto di riqualificazione delle altre ali della Villa Reale oltre il primo lotto che ha riguardato il corpo centrale, ovvero quanto previsto dal progetto Carbonara che era allegato al bando internazionale poi vinto da Nuova Villa Reale. Tanto che "noi ci siamo candidati proprio perché c’era quella prospettiva, altrimenti non avremmo mai risposto al bando", ha sempre chiarito Attilio Navarra (nella foto), legale rappresentante della società concessionaria.

Il lockdown, poi, ha messo ancora più in crisi i rapporti. Tanto che la stessa Regione, chiedendo aiuto alla Corte dei Conti, sottolinea che ormai "è insorta una insanabile divergenza circa la sussistenza dei presupposti per la revisione delle condizioni di equilibrio economico-finanziario della concessione". Nuova Villa Reale, infatti, è dal 31 gennaio del 2017 che chiede formalmente quella revisione alla luce dei bilanci costantemente in perdita (quasi un milione e mezzo di euro all’anno). Dopo tre anni di mancate risposte, l’atto di recesso e la richiesta di ‘risarcimento’. L’emergenza sanitaria ha allungato i tempi della trattativa. Mentre la mancata riapertura del corpo centrale della reggia in mano al concessionario, nonostante la fine del lockdown, ha aumentato le tensioni.

Dopo mesi di lavoro i legali della Regione e del Consorzio avevano ipotizzato di provare a liberarsi del concessionario con un accordo economico intorno ai 4 milioni di euro, ma prima di formalizzarlo hanno preferito chiedere una consulenza alla Corte dei Conti. Che, però, ha restituito al mittente la richiesta. Specificando che "compete esclusivamente all’Ente (ovvero al Consorzio, ndr) la valutazione in ordine all’esistenza di un’obbligazione giuridicamente perfezionata e alla natura dell’accordo".

Morale, "per usare una metafora calcistica di quando c’era il Totocalcio, ci hanno lasciato come prospettiva la tripla, uno-x-due – commenta il sindaco di Monza e presidente del Consorzio Dario Allevi -. Adesso i legali del Consorzio e quelli della Regione stanno leggendo parola per parola la risposta della Corte dei Conti perché è un passaggio molto importante. Avremo un incontro fra un paio di settimane per fare il punto e poi certamente affronteremo la questione anche con gli altri soci fondatori del Consorzio, ovvero il sindaco di Milano Beppe Sala e il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini (o i loro uomini di riferimento). A quel punto dovremo prendere una decisione. In questo momento è impossibile dire quale sarà la strada. Sono gli avvocati che ci devono indicare una o più strade percorribili, poi gli azionisti decideranno quale prendere. Tutto questo spero si possa concludere entro fine anno, non un giorno di più".

E nel frattempo? "Ho letto che il concessionario sarebbe disponibile a riaprire la sua parte di Villa domani mattina e mi auguro che lo faccia, ma – constata Allevi - al Consorzio non l’ha mai detto. Forse i rapporti col precedente direttore negli ultimi tempi si erano un po’ deteriorati, ma ora diamo il tempo al nuovo (Giuseppe Distefano che ha preso servizio ieri, ndr) di insediarsi e programmare un incontro con il concessionario e vediamo se, nell’attesa che vengano prese le decisioni sul contratto, almeno in questo periodo di interregno si possano riaprire le porte della Villa".