GABRIELE BASSANI
Cronaca

Gianetti Ruote, vincono i lavoratori. Riassunti, ma la fabbrica non c’è più

Il tribunale dà ragione a venti ex dipendenti dei 152 licenziati due anni fa dalla sera alla mattina. Chi non accetta il posto nella sede bresciana riceverà 15 mensilità oltre al risarcimento di un anno di stipendio.

Gianetti Ruote, vincono i lavoratori. Riassunti, ma la fabbrica non c’è più

e Marco Galvani

L’incubo per 152 lavoratori della Gianetti Ruote si era materializzato in un caldo sabato mattina di luglio di due anni fa. Si erano presentati alla fabbrica di Ceriano Laghetto per un turno di lavoro straordinario, ma avevano trovato i cancelli sbarrati. Licenziati. Ora arrivano le prime sentenze a loro favore. Anche se ormai l’azienda a Ceriano non esiste più. Una ventina di lavoratori hanno ottenuto il reintegro in azienda (nell’unica sede rimasta, a Carpenedolo, in provincia di Brescia) o un risarcimento di un anno di stipendio. "Siamo contenti, anche se abbiamo dovuto attendere due anni per avere giustizia", le parole di Vittorio Sarti della Uilm. Dal giorno della chiusura dell’azienda era iniziato un lungo presidio, durato mesi, anche con qualche episodio di tensione, per cercare di difendere il loro posto di lavoro e una fabbrica storica. Il presidio continuò giorno e notte davanti alla fabbrica, poi anche con manifestazioni sulle strade della zona, il blocco della Saronno-Monza e della stazione ferroviaria di Ceriano. Qui vennero parlamentari, consiglieri regionali, arrivò anche il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. "Ma l’azienda ha sempre chiuso la porta in faccia ai lavoratori, al sindacato e anche a possibili nuovi acquirenti", l’amarezza di Sarti. Per questo una sessantina di lavoratori ha deciso di fare causa. Ieri la decisione del Tribunale di Monza a favore di una decina di addetti difesi dall’avvocato della Uilm Davide Taddei e altrettanti della Fiom Cgil: 15 sono stati reintegrati, ma hanno 30 giorni di tempo per decidere se accettare, in alternativa, oltre alle 12 mensilità di ristoro per il licenziamento illegittimo, possono rinunciare al reintegro in cambio di altre 15 mensilità. Altri 5, invece, sono stati liquidati e riceveranno un anno di stipendio come risarcimento. "Questa sentenza sancisce che la Gianetti non doveva chiudere e i lavoratori non dovevano essere licenziati – la soddisfazione di Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom e Stefano Bucchioni –. Il tessuto industriale del territorio non può essere deturpato dalle scorribande di Fondi di investimento e speculatori che si vogliono mostrare imprenditori".