Fratelli d’Italia contro le feste del Boccaccio

Il gruppo comunale di Fratelli d’Italia critica l'evento "La volpe e l’uva" organizzato dal Foa Boccaccio a Monza, denunciando comportamenti scorretti durante feste passate. Il centro sociale difende l'importanza di creare spazi di socialità, mentre si discute sul confine tra libertà di manifestare e rispetto per la città.

Fratelli d’Italia contro le feste del Boccaccio

Fratelli d’Italia contro le feste del Boccaccio

Il Foa Boccaccio annuncia altri due giorni di festa il 20 e 21 aprile e Fratelli d’Italia non ci sta. Nel mirino i bivacchi già avvenuti il sabato di Pasqua nei giardinetti tra via Bosisio e via Gallarana, nel quartiere Libertà, dove ci sono stati "musica pompata ad alto volume, ballando, bevendo ed imbrattando anche i giochi per bambini appena installati" e "giardinetti e androni usati come orinatoi".

Ora, all’annuncio dell’evento “La volpe e l’uva“ (alla sua dodicesima edizione), organizzato dagli antagonisti come momento conviviale in cui festeggiare tra mercato contadino, teatro, musica popolare e dj set - senza che però ancora sia stata trovata la location - il gruppo comunale di Fratelli d’Italia denuncia la sua contrarietà: "Siamo convinti che si possa e si debba legittimamente manifestare liberamente, ma ci sono modi e maniere. Non è più tollerabile subire in silenzio le scorribande di pochi facinorosi che durante ogni corteo prendono di mira, danneggiando ed imbrattando, banche, edifici, muri e uffici", per poi chiedersi come mai per partiti, associazioni o gruppi di amici sia difficile ottenere permessi per qualsiasi tipo di iniziativa, e invece in questo caso paiono essere concessi senza problemi. Dalla sua il centro sociale parla di Monza come di una città "grigia", in cui da circa vent’anni il Foa Boccaccio crea "squarci di luce", una "luce di legami con i territori vicini e lontani, con le loro lotte; sprazzi di autentiche relazioni con chi produce nel rispetto della terra e del lavoro". Il dibattito resta aperto: stabilire quale sia il confine tra il diritto di avere luoghi di socialità e condivisione, e il rischio di compromettere il decoro urbano e la quiete pubblica.

A.S.