Milano, 28 settembre 2023 – “Non sono brava a parole, ma quando dipingo riesco a dare voce alle mie emozioni”. È così che Desi Croce, 41enne di Limbiate (in provincia di Monza e Brianza), parla della passione che la accompagna da quando era bambina. Una passione che le ha fatto scegliere di studiare all’Istituto d’Arte della Villa Reale di Monza e poi, dopo il diploma, di frequentare l’Accademia del Fumetto di Milano per due anni. Con un sogno: diventare disegnatrice di fumetti. “Una strada difficile, soprattutto in Italia”, ammette Desi. Ma che lei, seppure non l'abbia percorsa e si sia ritrovata a fare un altro lavoro, non l'ha mai abbandonata. Anzi, è riuscita a personalizzarla. Proprio come fa ogni giorno con i tessuti. Dipinge giacche, scarpe, borse, zaini, berretti, rendendoli pezzi unici.
Quando è nata la sua passione per il disegno e la pittura?
Disegno da quando sono piccola. Ho la cantina piena di album. Avrei voluto diventare disegnatrice di fumetti, ma in Italia non è facile trovare lavoro in quell'ambito. E, infatti, mi sono ritrovata a fare altro.
Che lavoro faceva?
Ho trovato lavoro in un’azienda che offre servizi di imballaggio, spedizione, logistica, servizi e prodotti per l'ufficio e marketing. Mi occupavo anche di grafica, ma non riuscivo ad esprimere tutta la mia creatività.
Quando le è tornata la voglia di dipingere?
Non era mai andata via, solo avevo meno tempo. Durante la gravidanza del mio secondo figlio, mentre ero a casa e navigavo sul web, mi sono imbattuta in scarpine da culla per neonato personalizzate. Mi sono piaciute molto e ho subito pensato che avrei potuto provare a farle anche io, dipingendole.
Di nuovo con il pennello in mano?
Sì, mi sono messa subito al lavoro e ho realizzato le prime scarpine personalizzate. Poi, sono passata agli accessori. Tutte cose piccole, ma sentivo sempre più la voglia di sperimentare.
Ed è arrivato il grande passo
Un anno e mezzo fa. Da creazioni per amici e parenti, ho trovato il coraggio di pensare più in grande e provare a fare della mia passione un lavoro. A fine mese non ho un grande stipendio, ma faccio quello che mi piace e mi rende felice. Poi, devo ammetterlo, è fondamentale il supporto del mio compagno: lo è stato quando ho preso questa decisione e lo è ogni giorno.
Cosa significa dipingere per lei?
Dare spazio alla mia fantasia e dare voce, se posso usare questo termine, alle mie emozioni. Non sono brava a parole, molto meglio farmi disegnare.
Quanto tempo dedica alla pittura?
Dopo aver portato i bambini a scuola e aver sistemato casa, inizio a lavorare. E continuo finchè non tornano. La durata dei lavori dipende dal soggetto, dai dettagli, dai colori e dalle sfumature. Per un paio di scarpe o una giacca impiego, più o meno due o tre giorni. Poi bisogna aspettare l’asciugatura e fissare il colore. Spesso si guarda il risultato e non si pensa a tutto il lavoro che ci sta dietro, ma è davvero tanto.
Com'è dipingere su un tessuto?
Decisamente complicato. Una tela o un foglio hanno una base lineare e salda, mentre i tessuti hanno mille cuciture. Ho iniziato con disegni semplici. Con il tempo sono passata agli sfondi e a disegni con più particolari. Non si finisce mai di imparare e so che posso migliorare.
Che strumenti e tecniche utilizza?
Colori acrilici. Ma non ho tecniche particolari. Prendo il soggetto, il capo su cui dipingerlo, i pennelli e i colori, poi mi metto al lavoro. La mano va da sè, mi viene tutto molto naturale e spontaneo.
E se sbaglia?
Il bello dei colori acrilici è che puoi portare delle correzioni. Quindi, anche se sbaglio, dopo qualche passata di un altro colore, l'errore non c'è più. Puoi ridefinire tutto tutte le volte che vuoi.
Come sceglie i soggetti?
Solitamente lavoro su ordinazione. Quindi, ricevo richieste specifiche: i clienti arrivano già con il disegno che desiderano sul loro capo. A volte, mi permetto solo di dare loro qualche consiglio, soprattutto in base alla scelta del soggetto abbinato a un particolare tessuto. Oppure mi danno una tematica e io propongo qualche disegno. Mentre per le creazioni che porto alle fiere, scelgo io quello che mi piace.
E se arriva una richiesta difficile?
Mi viene l'ansia (ride, ndr). Però, mi piace mettermi alla prova e alla fine riesco sempre a realizzare quello che mi è stato chiesto. E, soprattutto, i clienti sono soddisfatti. Questa è la parte più bella del mio lavoro.
Un esempio?
Un giorno mi è stato chiesto di disegnare Final Fantasy 10 su un paio di scarpe. Il disegno realistico non è proprio il mio campo, nel senso che preferisco personaggi di genere anime. Ma è venuto un bel lavoro. Impegno e passione portano a farti fare tutto.
Le richieste maggiori?
Alcuni soggetti vengono scelti in base alla moda del momento. Per quanto riguarda i tessuti, dipende dal periodo: in questo momento vogliono tutti le scarpe, in primavera vanno molto le giacche.
I supporti li procura lei?
Solitamente sì. Acquisto tutto io, nel prezzo finale è compreso il capo o l'accessorio e la personalizzazione. Poi, capita che qualcuno mi porti una giacca o uno zaino e mi chieda di dipingerli. Lo faccio senza problemi.
Che rapporto ha con la moda?
Mi è sempre piaciuto vestirmi bene e avere un bell'aspetto. Seguo la moda, ma solo se rispecchia i miei gusti.
Perché scegliere un prodotto dipinto a mano?
I lavori fatti a mano sono prodotti unici, speciali e personali. Spesso mi chiedono se posso rifare un disegno che vedono su un paio di scarpe o su una giacca, ma dico di "no". E' bello che ognuno scelga il suo soggetto, qualcosa che lo emozioni, al quale io posso provare a dare forma su un tessuto.
Tre aggettivi per definire le sue creazioni
Uniche, personalizzate ed emozionali.
Come si sente quando le indossa?
Non le indosso. Non perché non voglio, ma perché non ho tempo di farle. Prima vengono i clienti.
Che effetto fa vederle indossate sugli altri?
Se una persona mi chiede di disegnare su un capo il soggetto che le piace, io provo a realizzare quel suo desiderio con tutta me stessa. Quando lo indossa è felice perché è come se le avessi regalato una parte di sé. Quindi, non posso che emozionarmi.
Qualche personaggio famoso tra i suoi clienti?
Ho dipinto delle scarpe per Edoardo Brugnoli (il pianista degli Anime, ndr), incontrato a Milano Comics & Games. E una giacca per Giorgio Vanni (cantautore e voce maschile delle canzoni dei cartoni animati, ndr). Poi, sto lavorando anche per un altro cantante, interprete di alcune sigle di cartoni animati. Il nome è top secret. Lo scoprirete prossimamente sul mio profilo Instagram.
Qualcuno su cui vorrebbe vedere indossato uno dei suoi capi?
Nessun personaggio del mondo della tv e nessun influencer. Vorrei che mi scegliessero personaggi legati al mondo delle anime o dei manga. Sapete cosa vuol dire vedere indossate un paio di scarpe da qualcuno che ha dato voce ai tuoi cartoni animati preferiti? Un sogno.
Le vendite?
Ho iniziato su Instagram. Poi, nelle fiere. L'ultima alla quale ho partecipato è stata Milano Comics & Games a Malpensa Fiere e la prossima sarà Milan Games Week & Cartoomics dal 24 al 26 novembre.
Nei negozi?
Un negozio mio no, perché dovrei riempirlo ed è impossibile. Soprattutto per il tipo di lavoro che faccio. Però, sto provando a chiedere ad alcune fumetterie se sono interessate a esporre delle mie creazioni e prendere eventuali ordini.
I social, quindi, sono fondamentali...
Sono un'ottima vetrina: ti fanno conoscere in tutto il mondo e ho la possibilità di vendere le mie creazioni ovunque. Però, sono consapevole del fatto che potrei sfruttarli meglio. Non sono bravissima a gestire il mio profilo, ma ci sto provando.
Il suo profilo Little Fairies, perché questo nome?
Ho da sempre una passione per Trilly, la fatina di Peter Pan. Non potendo utilizzare quel disegno, ne ho realizzato uno simile e ne ho fatto il mio simbolo. Stessa cosa per il nome (@little_Fairies_), significa piccole fate. Per me dipingere significa dare vita ad un mondo magico, pieno di fantasia ed emozioni.
Progetti futuri?
Lucca Comics & Games, ma non quest'anno. Non ho abbastanza materiale per presentarmi.
Un sogno nel cassetto?
Vorrei farmi conoscere di più, non solo per una questione economica, ma perché mi piacerebbe mostrare quello che so fare. Non ho mai creduto molto in me stessa e sentirmi apprezzata è, ogni volta, una bella sensazione. Poi, mi piace far sentire uniche le persone e l'handmade regala proprio questa sensazione.