Il Comune di Monza nella morsa dei rimborsi e dei debiti. E per due vicende controverse, che vedono un Consiglio comunale compatto nel considerarle delle palesi ingiustizie. Le cifre varate dalla variazione di bilancio appena approvata, come debiti extra bilancio, sono da capogiro: 967mila euro di rimborsi all’impresa Sangalli (l’operatore che gestisce i rifiuti in città) e 2 milioni di euro (dei 3,8 milioni totali attualmente previsti) di debiti contratti dalla Prefettura per la ristrutturazione della sua ex sede in via Casati 19 (poi non completata per trasferimento della Prefettura nell’attuale Polo istituzionale di via Montevecchia). In tutto quasi 3 milioni di euro che vanno ad appesantire il bilancio comunale, rispetto cui il Comune conta di recuperare, tramite ricorso alla Corte di Appello, quanto meno la liquidità da destinare a Sangalli. L’Amministrazione già ad aprile dell’anno scorso era stata costretta dal Tribunale di Monza a ratificare un rimborso di 4.648.703 euro all’azienda appaltatrice dei rifiuti, per via di una controversia tra le due parti di 7 anni fa. Dalla primavera del 2017 fino a settembre 2019, infatti (prima che il contratto venisse rinnovato con altri parametri), il Comune ha iniziato a non liquidare integralmente l’importo delle fatture a Sangalli, con una detrazione di 120mila euro al mese, perché l’azienda non effettuava il servizio di raccolta dei rifiuti con tutti i mezzi e il personale previsto dall’appalto in vigore in quel momento.
I giudici hanno, invece, valutato che le pendenze della Sangalli fossero già state sanate dall’accordo transattivo firmato nel 2015 per coprire gli ammanchi, a seguito del controverso precedente appalto che permetteva all’azienda di muoversi con flessibilità, e per cui furono condannati penalmente 3 amministratori, e furono licenziati dalla Giunta Scanagatti un dirigente e un funzionario, che "avevano contribuito a una scrittura non opportuna ma favorevole al futuro concessionario", chiarisce l’attuale assessore al Bilancio, Egidio Longoni, per la "reiterazione di costi imputati all’Amministrazione, che non corrispondevano ai servizi resi". Ora secondo i giudici l’accordo transattivo del 2015 avrebbe sanato anche le lacune dei futuri ammanchi, mentre il Comune ritiene che "le minori prestazioni rese, riconducibili agli obblighi di impiego di mezzi, personale, forniture e servizi" contestate alla Sangalli siano successive alla transazione siglata nel 2015, che non può essere considerata sine die. Per quanto riguarda, invece, i 3,8 milioni di euro per la ex sede della Prefettura di Monza e Brianza, questi dovrebbero essere versati allo Stato per la ristrutturazione di una quindicina di anni fa di quella villa Fossati Lamperti di via Casati che fu presa in affitto dalla Prefettura al Comune, prima che venisse presa la decisione di trasferirsi nel nuovo edificio di via Montevecchia nel 2022.
Il trasferimento ha fatto ricadere sul Comune il costo dei lavori, ora costretto a rimborsare la quota che manca a coprire la spesa totale, la quale, secondo i calcoli degli uffici dello Stato, è salita a 5,9 milioni di euro per via dell’aumento dei costi delle materie prime e all’inflazione. "Puntiamo ad eseguire una perizia con la collaborazione della Prefettura per ridimensionare la cifra a 2 milioni di euro – dichiara l’assessore Longoni –, confidiamo che si possa rivalutare il valore delle opere".