ALESSANDRO CRISAFULLI
Cronaca

Coltello, pistola e manette: lezione di legalità

Alla media Rodari di Desio i carabinieri hanno spiegato agli alunni con esempi concreti come le ragazzate possano avere conseguenze punibili

di Alessandro Crisafulli

Un coltello. Addirittuta una pistola. E, inevitabilmente, le manette. Il tutto, a scuola. Nessun reato, né dramma, per fortuna. Ma una lezione "fiction" molto speciale, per far toccare con mano ai ragazzi certi temi, certi reati, problemi e sensazioni. È andata in scena nella media Rodari di Desio. Una mattinata di educazione alla legalità promossa dall’Istituto Prati, diretto da Maria Luisa Smiroldo, con la collaborazione dell’Arma dei carabinieri. Protagonista il capitano Massimo Polinori del comando provinciale di Monza. Ma, soprattutto, gli studenti e le studentesse delle classi terze.

L’incontro aveva l’obiettivo di diffondere e consolidare la cultura della legalità attraverso una corretta e precisa informazione rivolta ai ragazzi che si preparano all’ingresso nella prima età adulta, quella che dai 14 anni comporta la responsabilità civile e penale. Grazie alla competenza e all’alta capacità comunicativa del Capitano Polinori, già sperimentata a scuola due anni fa durante la realizzazione di un cortometraggio, gli studenti hanno mostrato grande interesse e partecipazione: attraverso esempi concreti e "giochi di ruolo" il Capitano ha spiegato ai giovani che, anche quelle che loro considerano delle ragazzate, possono avere conseguenze ed essere punibili.

"Cultura del rispetto e legalità – spiega Alessandra Palma, che ha partecipato come presidente del Consiglio di Istituto – dalle droghe ai rischi di internet, dal bullismo e cyberbullismo alla violenza di genere, questi i temi trattati con una modalità che ha suscitato grande coinvolgimento e interesse. Dimostrazione ne sono le reazioni a caldo che ho registrato alla fine dell’incontro". Pietro dopo essere stato ammanettato, ha detto: "Mi ha colpito molto, essere ammanettato è stata una sensazione strana e reale, brutta, ti fa riflettere"; Gloria che ha interpretato una ragazza bullizzata: "Mi sono sentita offesa nei sentimenti, non mi aspettavo che mi colpisse così tanto questa cosa, soprattutto perché è la prima volta che ricevo delle minacce così, quando vieni minacciato devi cambiare tutti gli stili di vita, le conoscenze, per paura".

Davide che ha dovuto simulare una rapina: "Puntare la pistola contro una persona innocente mi ha suscitato un senso di colpa, mi ha creato paura" ed Elisabetta che ha interpretato la parte dell’impiegata minacciata sul posto di lavoro per rapina: "Ho avuto paura e ho pensato che piuttosto che farmi sparare e perdere la vita gli avrei dato i soldi, però ho subito una violenza psicologica perché poi ti rimane impresso per tutta la vita e ti provoca un trauma: non riuscirei più a lavorare come sempre fatto, ma sarei terrorizzata dal pensiero che possa accadere qualsiasi cosa mentre lavoro o facendo una passeggiata per strada con la mia famiglia". Teresa che ha interpretato la parte di una ragazza che minacciava una coetanea perché si era avvicinata troppo al suo uomo: "E’ stato brutto e pensare che ci siano persone che lo fanno veramente arrivando alle minacce per un motivo così stupido indica che non si riflette sulle proprie azioni e sulle conseguenze gravi fisiche e psicologiche che si provocano. Mi sono sentita molto sporca". E ancora Alice: "Ho recitato la parte di chi minacciava un’altra ragazza: è stato un atteggiamento molto scorretto perché nessuno dovrebbe permettersi di comportarsi così nei confronti di un’altra persona perché è come te; bisogna comunicare con gli altri e se non si riesce significa che chi ci sta di fronte non è in grado di ragionare e quindi non bisogna perdere tempo con persone così".