BARBARA CALDEROLA
Cronaca

"Ci sono gli sbirri, andiamo" Da una retata a Pioltello l’anteprima del motoraduno chiuso in tragedia a Biassono

A ricostruire i fatti il comandante della polizia locale del centro dell’hinterland milanese: "Corse a folle velocità e impennate immortalate in video postati su internet da adolescenti".

"Ci sono gli sbirri, andiamo" Da una retata a Pioltello l’anteprima del motoraduno chiuso in tragedia a Biassono

di Barbara Calderola

Sigilli alle moto, un sequestro e tre fermi, e sui social scatta il passaparola tra biker: "A Pioltello ci sono gli sbirri, andiamo da un’altra parte" con tanto di emoticon con pagliacci.

"È così, probabilmente, che è nato il raduno a Biassono", racconta Mimmo Paolini, comandante della polizia locale nel centro del Milanese. È lui ad aver organizzato la retata in città nella quale una settimana fa sono finiti diversi motociclisti, molti dei quali il giorno dopo si sono dati appuntamento in Brianza.

È l’antefatto “casuale” della tragedia, l’incidente in cui domenica scorsa ha perso la vita il 16enne monzese Christian Donzello, in sella alla sua Ktm 125 ha sbattuto contro una macchina, l’impatto non gli ha lasciato scampo.

Il giorno prima, il blitz dei vigili nell’hinterland, in via 1 Maggio, in piena zona industriale, come in via Friuli a una manciata di chilometri, dove la corsa non autorizzata dei giovani amanti della velocità è finita con una croce che pesa come un macigno.

"Credo che i gruppi siano gli stessi, ‘Bike life’ e simili, tutto corrisponde. Oltre ai sigilli, abbiamo staccato contravvenzioni, parecchi adolescenti erano di Monza e dintorni, ma anche di Biella. Stessa varietà dei partecipanti che domenica scorsa erano a Biassono - spiega il comandante -. Da un annetto, da noi, sono cominciate le segnalazioni di motociclisti che impennano e si immortalano nelle loro prodezze per poi pubblicarle su Internet. Un fenomeno che stiamo cercando di arginare. È nato così il controllo di sabato scorso, l’ennesimo della serie, ma per evitare che i ragazzi si facessero male abbiamo scelto di appostarci in borghese, documentando tutto con foto e video".

Contestazioni impossibile e con le prove alla mano è scattata l’operazione. Il gruppo è stato colto di sorpresa, nessuno si era accorto di niente, "c’erano mezzi senza targa perché mai immatricolati", i verbali ammontano a qualche migliaio di euro: "Ma non sono i soldi che contano, la multa dovrebbe servire a farli riflettere sul pericolo".

La verifica di sabato scorso "è senz’altro la più ‘eloquente’ delle ultime settimane", aggiunge Paolini. Non è certo stata la sola, una quindicina di giorni fa ce n’era stata un’altra che si era chiusa sempre con uno stop amministrativo. "Abbiamo deciso di non far bloccare i ragazzi dalle pattuglie per evitare inseguimenti che avrebbero potuto concludersi con incidenti, è facile immaginare che davanti all’alt alcuni avrebbero tentato di forzare il blocco. E non volevamo succedesse".