Cavenago, la barriera para-fiato salva azienda e lavoro

Quando è scoppiata la pandemia la ditta del settore fieristico era in ginocchio. Eurostands si è convertita e ha chiuso il terzo trimestre raddoppiando il fatturato

Migration

di Barbara Calderola

Lieto fine per la conversione industriale innescata dal virus e oggi storia di successo. Eurostands chiude un terzo trimestre d’oro, 100% di fatturato in più, grazie a Covistop, la barriera para-fiato nata dall’intuizione di Maurizio Cozzani, amministratore delegato del colosso brianzolo degli allestimenti fieristici con 200 persone a carico fra dipendenti e collaboratori, a Cavenago.

A febbraio, quando è scoppiata la pandemia rischiava di metterli in cassa, o alla porta, ma lui abituato a sfilare con Armani non si è arreso. In una settimana ha cambiato tutto decidendo di mettere in produzione lo schermo in plexiglass disegnato dall’architetto bolognese Alessandro Ballocchi, apprezzato da chi lavora dietro al bancone.

In tutta Europa ne sono stati venduti 12mila pezzi, da qui la previsione di 24 milioni di ricavi entro fine anno.

L’incubo di chiudere le linee è svanito. Quando è cominciata l’emergenza il manager aveva l’agenda piena di meeting e passerelle in Italia e all’estero, il gioiellino tutto italiano di cui ha assunto il comando nel luglio scorso in arrivo da Fiera Milano era pronto a finire sotto i riflettori. Poi, era precipitato nel buio dell’incertezza, sconfitta dalla barriera trasparente che ha conquistato clienti del calibro di Tim e gli ordini non si sono più fermati.

Il catalogo si è subito arricchito, tra i nuovi prodotti anche un dispenser di gel per bambini. Da mesi, l’azienda è tornata anche agli allestimenti ma ha fatto tesoro dell’esperienza accumulata durante il lockdown e la parola d’ordine è innovazione. Primo banco di prova il Milano Monza Motor Show "dove siamo technical partner occupandoci delle aree espositive nelle vie sotto la Madonnina fra emozione e connettività".

Il segreto del successo? "I nostri uomini e le nostre donne, senza di loro non andremmo da nessuna parte". Una filosofia che paga. Il guizzo è arrivato "per non metterli in cassa integrazione. Non ci dormivo la notte", racconta Cozzani. In pochi giorni, ha rivoluzionato fabbrica e produzione e il mercato gli ha dato ragione. Ora, è pronto per nuove sfide, le ultime sfilate con Dolce e Gabbana nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, a Firenze, e gli espositori per il museo di Feltre ne sono la prova.