Carate, rivolta al centro accoglienza: arrestati ma già rimessi in libertà

I quattro avevano sequestrato un mediatore minacciandolo con un coltello. Revocate le tutele ma restano in Italia perché hanno domandato asilo

I carabinieri soni riusciti a liberare il mediatore culturale che era minacciato con un coltello

I carabinieri soni riusciti a liberare il mediatore culturale che era minacciato con un coltello

Carate Brianza (Monza Brianza), 29 gennaio 2019 - Arrestati ma liberi con l’obbligo però di non ritornare nel centro di accoglienza a Carate dove erano ospiti prima di sequestrare e picchiare un mediatore culturale. Il gip, Silvia Pansini, infatti, ha convalidato l’arresto dei quattro nordafricani ma ne ha anche disposto la scarcerazione. I quattro tra i 20 e i 24 anni erano stati arrestati per sequestro di persona, lesioni e minacce aggravate in concorso. Giovedì 24 gennaio a mezzogiorno avevano sequestrato un mediatore culturale pachistano, residente nel Lecchese, di 28 anni nella cooperativa sociale I Girasoli di via Angelo Viganò di cui erano ospiti.

Ai 4 migranti sono state revocate le misure tutorie e pertanto non potranno più vivere nel centro di accoglienza della cooperativa I Girasoli. Rimarranno però in libertà sul suolo italiano perché hanno ancora in corso la richiesta di asilo. I quattro africani  avevano rubato dalla cucina del Centro, un coltello con una lama di venti centimetri, avevano picchiato, legato, chiuso in bagno il dipendente perché come tutti gli ospiti, (23 richiedenti asilo), volevano incassare i 77,5 euro mensili del pocket money di dicembre (l’assegnazione concessa dallo Stato ai richiedenti asilo). Questo sarebbe stato il motivo del folle gesto che poteva avere conseguenze ben più drammatiche, se i carabinieri non fossero intervenuti in tempo. Il mediatore oltre che inviare un messaggio di nascosto alla cooperativa richiedendo aiuto, ha provato a spiegare che i fondi erano bloccati in prefettura, ma gli stranieri per tutta risposta lo hanno minacciato di morte e picchiato. Il 28enne pakistano (un tempo anche lui richiedente asilo della stessa struttura) ha vissuto momenti drammatici.

Dopo esser stato minacciato di morte con un coltello da cucina, è stato preso a calci e pugni. Poi è stato legato e chiuso in un locale e quindi trascinato in cortile con gli altri migranti che circondavano. È stato determinante l’intervento immediato dei carabinieri di Carate e Seregno che lo hanno liberato arrestando quattro migranti. Almeno una decina dei richiedenti asilo poi si sono presentati davanti alla stazione dei carabinieri di Carate, dove erano trattenuti in stato di fermo i quattro stranieri, per solidarizzare e chiederne la liberazione con loro. Per gli arrestati, erano anche state avviate le procedure per annullare la richiesta di asilo. A distanza di 4 giorni, il gip del tribunale di Monza, Silvia Pansini, ha stabilito che i tre nigeriani di 20 anni e il gambiano di 25 non torneranno al centro di accoglienza ma sono liberi sul territorio italiano perché hanno in corso la richiesta di asilo.