
Monza ha oltre 120mila abitanti che vivono in 26 chilometri quadrati. È una città ricca, Monza. E i monzesi possiedono più di un’auto. A cui s’aggiungono i mezzi di chi, ogni giorno, arriva nel capoluogo della Brianza per shopping, svago o per lavoro. E così, lungo gli oltre 3.400 chilometri di strade cittadine, ogni giorno è un serpentone di auto e mezzi pubblici in coda. Soprattutto nell’ora di punta. L’orario più infelice per mettersi al volante. Perché tra le 7.30 e le 8.30 circolano quasi 50mila veicoli, circa il 45% del traffico dell’intera provincia. E ancora, oltre 10mila mezzi escono da Monza verso Milano e la Brianza, ma altrettanti veicoli entrano in città. Senza contare gli spostamenti interni, una delle spine nel fianco delle Amministrazioni monzesi chiamate ad allentare la morsa del traffico: 20mila auto circolano per tratte che non superano i 5 chilometri e sono concentrate soprattutto in centro e nella zona nord-ovest. E saranno proprio queste le aree su cui si dovranno concentrare i principali interventi del Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums). Con un focus particolare sulle zone più critiche della città: l’asse via Marconi-Fermi, via Aquileia per proseguire poi su viale Campania, viale Lombardia e la provinciale Monza-Saronno. Sul fronte del trasporto pubblico, invece, alla stazione ferroviaria di Monza passano e si fermano oltre 300 treni durante la classica settimana lavorativa, 239 il sabato e 195 di domenica: ogni convoglio è occupato da 61 passeggeri nei giorni feriali, mentre nel fine settimana i viaggiatori si dimezzano. La prospettiva è che l’attivazione della fermata Monza Est possa ulteriormente aumentare il numero di passeggeri e decongestionare, almeno parzialmente, le strade. Dai binari alle strade: i pullman sono utilizzati ogni giorno della settimana da 21.300 passeggeri, ma i numeri crollano nel weekend anche per la carenza di corse (4.700 viaggiatori il sabato, solo 700 la domenica). E questo fa inevitabilmente aumentare il numero di auto in circolazione, che spesso restano in movimento a lungo prima di riuscire a trovare un parcheggio. Con inevitabili ripercussioni anche sui livelli di inquinamento.
Ma solo con l’arrivo della linea M5 della metropolitana si potrà pensare a soluzioni davvero rivoluzionarie per il traffico in città. L’obiettivo a 10 anni è di riuscire a ridurre gli spostamenti con mezzi privati almeno del 15% investendo, ad esempio, sulla regolamentazione degli accessi, sull’incentivo alla mobilità condivisa, su una logistica urbana efficiente e sostenibile, sul potenziamento del trasporto pubblico, sia su gomma sia su ferro, anche in previsione dell’arrivo della metropolitana. Il Piano urbano della mobilità sostenibile servirà proprio a costruire una città sempre più smart, con servizi accessibili a tutti e un occhio sempre attento all’impatto ambientale.
Marco Galvani