"Il Monza ha meritato la Serie B: con Berlusconi deve ripartire da lì"

L’ex presidente dei biancorossi Nicola Colombo analizza a bocce ferme la situazione e ripercorre con nostalgia e orgoglio gli anni in cui salvò il club e lo riportò fra i professionisti

L’imprenditore Nicola Colombo, ex presidente del Monza

L’imprenditore Nicola Colombo, ex presidente del Monza

Monza, 26 aprile 2020 - "Il Monza si è già meritato la Serie B sul campo". Le parole dell’ex presidente del Monza, Nicola Colombo, sono musica per i tifosi biancorossi. Che stanno vivendo con apprensione questi giorni in cui il futuro del campionato è un punto di domanda. Un pensiero quello di Colombo che ben si sposa con le ultime parole di Adriano Galliani. "In Serie C, a parte il Monza e poche altre, non ci sono club che possono sostenere a livello di costi e di strutture i protocolli di ripresa delle attività - analizza -. Quindi o si aspetta qualche mese per capire se si possa completare il campionato oppure si decide di finire qui, ma con la promozione delle prime tre di ogni girone: il Monza ha 16 punti di vantaggio e non ci sono dubbi sul fatto che debba andare in B. Per la quarta promossa invece mi ha fatto sorridere l’ipotesi del sorteggio: piuttosto si faccia un miniplayoff. Poi ci saranno da valutare gli strascichi che si avranno sulla Serie B che, però, potrebbe avere le risorse per chiudere il campionato e quindi decretare promozioni e retrocessioni".

Dichiarazioni che arrivano proprio nei giorni in cui i tifosi del Monza stanno rivivendo le emozioni di quella promozione in Serie C centrata esattamente tre anni fa, con il pareggio contro il Seregno al Brianteo. "Ancora oggi mi emoziono ripensando a quel pomeriggio. Citando Renato Zero, mi viene da dire che quelli sono stati i migliori anni della mia vita. Tantissime emozioni: dopo le difficoltà del primo anno, la promozione in C con tanto di scudetto dei dilettanti. E anche nell’anno di Lega Pro le vittorie non sono mancate: quel maledetto playoff contro il Piacenza ha fermato una marcia che poteva portare alla B. Un rimpianto che mi resta". Successi che sono arrivati grazie anche a un gruppo dirigenziale capace e coeso: amici più che colleghi.

"Ho avuto a che fare con persone stupende che, non a caso, sono ancora oggi nel blasonato Monza di Berlusconi. Ecco, i miei anni di presidenza sono stati vincenti sul campo ma soprattutto dal punto di vista umano". Poi la “proposta alla quale non si può dire no” di Berlusconi e l’orgoglio del passaggio del timone alla dirigenza più vincente del calcio. "Quando ho venduto pensavo di restare in società. Poi sono arrivati altri impegni lavorativi e così mi sono fatto da parte, consapevole che di fronte alla grandezza del nuovo CdA non mi sarei più sentito tra i protagonisti. L’esonero di Zaffaroni? A livello umano mi è dispiaciuto, ma so che nel calcio funziona come nelle grandi aziende: il nuovo padrone porta un manager di fiducia. Brocchi sta facendo benissimo. Mi manca l’affetto dei tifosi? Ancora adesso continuano a chiamarmi presidente: è un attestato di stima che mi riempie il cuore. Ora sono diventato presidente di un golf club e quindi non ho più molto tempo per il Brianteo, ma resto tifoso del Monza: lo sono sempre stato e non smetterò mai di esserlo".