Banco Desio, scontro sul premio: "Schiaffo ai dipendenti"

Per la prima volta al Banco Desio non è stato raggiunto l’accordo tra azienda e sindacati: "Non si ripagano così i sacrifici fatti nella crisi".

Migration

di Alessandro Crisafulli

Acque agitate in casa Banco Desio. Dove per la prima volta nella storia ultracentenaria dell’istituto di credito non è stato raggiunto l’accordo tra azienda e sindacati circa il premio ai dipendenti. Lo fanno sapere le sigle sindacali del Gruppo, unite in questa protesta, che lamentano "poca attenzione ai lavoratori e al territorio: non si ripagano così i sacrifici fatti durante la crisi sanitaria". Uno scontro piuttosto duro, che potrebbe essere solo alla prima puntata: "Le cifre proposte dall’azienda sono inferiori a quelle dello scorso anno nonostante l’utile della banca sia stato maggiore, erogando unilateralmente una somma esigua non rispettando i dettami del contratto nazionale. Uno schiaffo ai dipendenti che hanno lavorato duramente durante il periodo di pandemia. Così vengono ripagati i loro sforzi?", insorgono i sindacati, decisi a non sottoscrivere l’accordo. Le organizzazioni sindacali sottolineano, inoltre, che all’inizio della crisi sanitaria, la banca, per evitare assembramenti, obbligava i colleghi a "ferie forzate".

Discussione tesa tra l’Amministratore delegato Alessandro Decio e le sigle sindacali: il primo ha già fatto sapere di non essere disponibile a spostare "nemmeno di un euro gli importi proposti". I sindacati denunciano scarso impegno a trovare "una soluzione condivisa". "Si definisce accordo quando è passabile da entrambe le parti – sottolinea Elena Farina, segretaria Fisac Cgil di Monza e Brianza –.La matematica non è un’opinione, con un utile maggiore il premio di produzione deve essere maggiore. Quello proposto dall’azienda è nettamente inferiore". "Importo inferiore e nessun riconoscimento ai lavoratori per lo straordinario impegno messo in campo durante il periodo più difficile della pandemia. Se il premio viene stabilito in base al risultato, per quale motivo la somma da destinare al premio viene accantonata ancora prima di iniziare le trattative?", si chiede la rappresentante di Fisac Cgil, che aggiunge: "Malgrado le richieste del sindacato, l’azienda continua a non fornire qualsiasi dato che motivi le ragioni di importi inferiori". Insomma, un muro contro muro, al momento: "Offensivi all’impegno dei colleghi sono stati gli inutili tentativi di convincere il sindacato a firmare importi fintamente superiori al 15% mischiandoli tra premio aziendale e sistema incentivante – continua Elena Farina –. Il sindacato tratta premi per tutti e non solo per una parte di colleghi".