BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Asst Brianza non frena, 300mila visite

Nonostante la quarta ondata di Covid e i rallentamenti a gennaio, si tornano a fare i numeri del 2019

di Barbara Calderola

Quasi 300mila visite e 3.300 interventi fra settembre e dicembre, la quarta ondata non frena il piano di recupero dal Covid dell’Asst Brianza. E se a gennaio "abbiamo pagato dazio in corsia siamo cresciuti". L’obiettivo di tornare a fare i numeri del 2019, prima che scoppiasse la pandemia, "è sostanzialmente raggiunto - aggiunge Guido Grignaffini, direttore socio-sanitario dell’Azienda - siamo sotto dell’1%". Ora si punta a guadagnare il terreno perso dall’inizio dell’anno "anche grazie al rientro del personale dei centri vaccinali".

La campagna di massa volge al termine, "abbiamo ancora il pienone di prenotazioni fino al 7 febbraio, poi le agende sono semi-vuote, a fine mese chiudiamo e medici e infermieri, una sessantina di persone in tutto, riprenderanno servizio nei reparti e negli ambulatori". Si ricomincia da qui per "rispondere alla domanda di salute al di là del Sars-Cov 2, è su questo fronte che stiamo concentrando tutte le risorse". Gli ospedali che oggi ospitano i contagiati si preparano a una nuova conversione "la curva cala, la riorganizzazione si avvicina". Il grosso per allinearsi agli obiettivi dettati dalla Regione – sale operatorie al 100% e ambulatori al 90% entro dicembre 2021 – è stato fatto durante la tregua dei contagi, a ottobre e novembre con numeri da catena di montaggio: 40 interventi al giorno, 820 al mese e 3.700 visite quotidiane in tutte le branche, 75mila al mese, poi il calo per la diffusione della variante. "Il piano ha dovuto fare i conti con la corsa di Omicron, nei momenti più critici siamo stati costretti a posticipare le operazioni programmate con sole tre équipe al lavoro in sala compresa quella di emergenza che non ha mai smesso di lavorare, neanche fra marzo e luglio 2020".

Il virus si era portato via quasi tutto, nel lockdown funzionava solo l’urgenza e poco altro.

Ora per i tre presidi di Vimercate, Desio e Carate, 15 poliambulatori e 50 strutture sparse sul territorio, un gigante con 3.539 dipendenti e 385 milioni di fatturato, è tempo di guardare oltre la polmonite venuta dalla Cina. "Dobbiamo ringranare la quarta e accogliere migliaia di malati che hanno bisogno di controlli e cure che non c’entrano nulla con l’infezione".