Alcatel Lucent, 70mila euro di buonuscita a chi si licenzierà volontariamente

Vimercate, si tratta della cifra minima promessa dall'azienda per i dipendenti con lo stipendio più basso di Marco Dozio

Una protesta dei dipendenti Alcatel-Lucent (Radaelli)

Una protesta dei dipendenti Alcatel-Lucent (Radaelli)

Vimercate, 23 luglio 2014 - Un salvagente economico per i lavoratori in uscita da Alcatel Lucent. I sindacati sono riusciti a ottenere un corposo incentivo all’esodo, di almeno 70mila euro lordi, per chi sceglierà la mobilità volontaria entro la fine dell’anno. Ed è la soglia minima, quella fissata per tutelare i redditi medio bassi, perché i dipendenti con stipendi superiori potranno incassare cifre anche più consistenti, pari a 28 mensilità. La buonuscita è il punto chiave dell’ipotesi di accordo sugli ammortizzatori sociali, nei prossimi giorni al vaglio delle assemblee prima della firma definitiva. In sostanza la multinazionale cerca di agevolare le uscite mettendo in campo un’offerta che di questi tempi ha pochi paragoni, se si considera che le aziende in crisi propongono sempre più spesso incentivi poco più che simbolici. 

Nel documento perfezionato in questi giorni, frutto della trattativa ricominciata settimana scorsa al Ministero dello Sviluppo economico, compare anche un’integrazione di 350 euro mensili, per cinque mesi complessivi, per le maestranze in cassa integrazione. E poi corsi di formazione professionale e il supporto di un’agenzia specializzata per trovare una nuova occupazione. Infine la conferma di quanto anticipato dal "Il Giorno", ovvero la lieve diminuzione degli esuberi che scendono a livello nazionale da 285 a 260. Numeri a cui vanno aggiunti i 300 addetti del settore optics che passeranno alla Siae Microelettronica di Cologno Monzese entro la fine di settembre, vicenda che sarà sviscerata il 30 luglio al Ministero in un tavolo di trattativa separato.

Niente da fare invece per quanto riguarda i contratti di solidarietà, vecchio cavallo di battaglia sindacale ancora una volta rigettato al mittente. Unica concessione in materia, l’avvio di una parziale cassa a rotazione che potrà interessare 20 persone sulle 100 attualmente coinvolte. "Abbiamo degli strumenti per gestire la cassa e la mobilità volontaria, ma la situazione resta difficile perché permangono gli esuberi strutturali", spiegano la delegata della Fiom Cgil Adriana Geppert e il segretario della Fim Cisl Gigi Redaelli, ricordando che nel 2015 il colosso franco-americano potrebbe avere mano libera sui licenziamenti. "Il problema è che non sappiamo cosa succederà il prossimo anno ai lavoratori in cassa e a quelli che non saranno ricollocati. In ogni caso a gennaio si farà il punto sul numero degli esuberi e ripartirà la discussione al ministero". Oltre al tavolo sulla cessione del settore optics, i sindacalisti riprenderanno il negoziato a settembre per confrontarsi sulle prospettive nel medio e lungo periodo: "Non si discuterà solo di esternalizzazioni. La dirigenza si è impegnata a presentare un piano industriale per capire cosa ne sarà della presenza italiana di Alcatel", aggiungono Redaelli e Geppert. Sullo sfondo resta il sostanziale dimezzamento della sede di Vimercate, tra licenziamenti e cessioni di rami d’azienda.

marco.dozio@ilgiorno.net