STEFANIA TOTARO
Cronaca

Al processo Malaspina i guai dell’hotel di Venezia

Nella testimonianza di Salvatore Tamborino, esperto fiscalista da 15 anni in servizio per il Gruppo immobiliare la vicenda del lussuosissimo Ca’ Sagredo

di Stefania Totaro

"Io non facevo fare al geometra Malaspina quello che non poteva fare ed ero anche capace di oppormi in modo violento". Il commercialista bolognese Salvatore Tamborino nega di avere fatto parte di una ‘corte dei miracoli’ di professionisti per salvare dal fallimento l’impero immobiliare milionario di Giuseppe Malaspina.

Il professionista è imputato al processo al Tribunale di Monza che vede il costruttore calabrese trapiantato a Vimercate accusato a vario titolo insieme ad altre 14 persone per associazione a delinquere, corruzione, bancarotta fraudolenta, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori e ieri si è sottoposto ad interrogatorio davanti ai giudici per chiarire la sua posizione. Prima di tutto spiegare quella "violenza" nel reagire al geometra. In un’intercettazione ambientale di una riunione con Malaspina nel 2015 si sente Tamborino che gli dice: "Stai facendo una c... gigante". "Malaspina si era messo in testa di vendere le proprietà di Cologno, San Giorgio e Villasanta - ha raccontato il commercialista - Non so se non capiva o non voleva capire, era furibondo con il sistema bancario che l’aveva fatto fallire e con lo Stato che aveva pensato bene di aumentare a dismisura l’Imu, ma lui pensava che quei beni fossero ancora suoi invece non erano più suoi". Salvatore Tamborino, esperto fiscalista in servizio da 15 anni per il Gruppo immobiliare di Malaspina (anche lui tra gli arrestati nel maggio 2017), ha curato anche gli affari del geometra relativi all’hotel Ca’ Sagredo di Venezia, lussuosissimo albergo 5 stelle arricchito da storici arredi e da opere d’arte tra cui dipinti dei più autorevoli artisti veneziani del XVII e XVIII secolo, come, ad esempio, Sebastiano Ricci, Giambattista Tiepolo e riconosciuto Monumento e Museo nazionale.

"Il geometra Malaspina mi aveva detto di tenere un occhio di riguardo su Ca’ Sagredo - ha ripercorso l’imputato - che non ha mai dato i frutti prospettati dal 2007 in poi. Prima sono spariti i turisti americani, poi è arrivata la crisi del mercato immobiliare. Il fatturato annuo massimo è stato di 2,7 milioni di euro. Ma mettere in liquidazione la società sarebbe stato un disastro perchè i fornitori si sarebbero fatti indietro e non si poteva più proseguire con l’attività. Allora è stato deciso di dare in affitto l’azienda ad un’altra società del Gruppo con un contratto stipulato in maniera ineccepibile a tutela dei creditori". Secondo Salvatore Tamborino, Giuseppe Malaspina "voleva provare a ristrutturare il suo settore alberghiero apportando immobili e denaro contante per 15 - 18 milioni di euro".