Adidas licenzia, protesta davanti allo store di Milano

Dopo la comunicazione di 41 esuberi in Italia (35 in Brianza) domani presidio davanti in via Vittorio Emanuele

Il marchio Adidas

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Monza, 17 dicembre 2019 - Uno sciopero con presidio davanti allo store di Milano, nella centralissima via Vittorio Emanuele. È l’iniziativa decisa dai rappresentanti sindacali dei dipendenti della Adidas (la cui sede italiana è a Monza) per protestare contro i 41 licenziamenti (35 negli uffici brianzoli e altri 6 fra Roma, Bologna e Padova) dichiarati venerdì.

«A seguito dell’apertura della procedura di licenziamento collettivo avviata da Adidas Italy, venerdi 13 dicembre, i rappresentanti sindacali aziendali e la Filcams Cgil di Monza, indicono uno sciopero delle ultime 4 ore di lavoro nella giornata del 18 dicembre 2019. Per le lavoratrici part-time lo sciopero sarà delle ultime 2 ore di lavoro del 18 dicembre 2019», si legge in un comunicato diffuso ieri dalla Camera del Lavoro. I dipendenti si raduneranno alle 13.30 nel parcheggio della sede monzese in via Monte San Primo e da lì si muoveranno per raggiungere il Brand center Adidas nel centro di Milano per manifestare dalle 15.30 alle 17.30. «La multinazionale sta procedendo con un piano europeo che prevede 500 tagli», ha spiegato Matteo Moretti della Filcams Cgil Monza Brianza. Nella sede monzese di Adidas lavorano 277 persone. «Il grosso dei tagli, 17 persone, è nell’area finanza. Sarebbero licenziate perché l’azienda intende spostare questa attività in Portogallo», spiega Moretti.

«Questa riorganizzazione non ci convince, non c’è alcuna ragione per attuare una delocalizzazione del genere - ha aggiunto Moretti -. Tanto più se si tiene presente che Adidas non è un’azienda in crisi: nel 2018 i dividendi agli azionisti sono saliti del 45 per cento e in Italia il fatturato è cresciuto del 15 per cento. Le multinazionali hanno una responsabilità sociale nei confronti delle persone che vivono sul territorio in cui operano». Una preoccupazione per il presente ma anche per il futuro. «Che ne sarà dell’attività? Solo un anno fa l’azienda aveva attuato una riorganizzazione che prevedeva 24 esuberi», ha detto il rappresentante della Cgil. Un’operazione che si era chiusa con un accordo sindacale che aveva fatto scendere gli esuberi a 17 con ricollocamento obbligatorio per chi perdeva il posto e incentivi a chi decideva di lasciare volontariamente l’azienda. Anche il questo caso i sindacati avranno a disposizione 75 giorni di tempo per evitare i licenziamenti. Ci saranno 40 giorni a disposizione per cercare un accordo. Se ciò non avverrà la palla passerà ai tavoli romani con il coinvolgimento del ministero.

«Noi abbiamo già attivato la richiesta di un incontro con l’azienda e ci auspichiamo che la procedura sia sospesa fra il 20 dicembre e il 7 gennaio, periodo nel quale gli uffici saranno chiusi e sarà impossibile trattare. quella di domani sarà solo una prima iniziativa che i lavoratori hanno deciso di mettere in campo per difendere il proprio posto di lavoro. Chiediamo alle istituzioni di scendere in campo a difesa dell’occupazione», ha concluso Moretti.